RIETI - Oliveto Sabino in fermento che «nemmeno per le celebrazioni di Santa Prassede», osa dire il parroco, don Sante Paoletti, ricordando durante le esequie Mauro Fabrizi, morto a 62 anni venerdì scorso, in un incidente stradale sulla Salaria. Paese listato a lutto, ma anche tappezzato del sorriso bonario del compaesano più vitale e disponibile che qui si sia mai ricordato. «Era più famoso del sindaco, nei paesi capita che ci sia un punto di riferimento, una persona che faccia da portavoce per le iniziative della comunità, e lui partecipava proprio a tutte», si dice sul sagrato, troppo piccolo per contenere tutti. Ad accogliere il feretro e a stringersi intorno alla famiglia, i familiari, gli amici del teatro, quelli della Pro loco, gli amministratori, il paese intero insieme a molti reatini, dato che Mauro viveva ormai da anni a Santa Rufina.
La partecipazione. Tra la folla anche l’ex sindaco di Rieti Antonio Cicchetti, che non è voluto mancare per l’ultimo saluto a un caro amico: «Era un piacere incontrarlo dal macellaio, ci si parlava bene, con piacere». Esposta sul carro funebre e dal balcone della casa nativa, la sua gigantografia, con tanto di “ruccica” tra le mani e una frase dialettale che ben esplicita il suo modo di fare. Attivo e instancabile, Mauro c’era sempre per tutti e per qualsiasi cosa gli si proponesse di fare. Ed è principalmente il suo carattere bonario e collaborativo il motivo della grande risposta affettiva e sconcertata per la sua morte.
«Con tutto quello che ho letto sui social, mi viene da pensare che l’omelia l’abbia già fatta tutta la gente che gli ha voluto bene», dice il parroco.