Rieti, coronavirus, dal de Lellis
al San Luca di Lucca, passando
per Fondi, Chiara Simeoni:
«Una Pasqua lontano da casa,
ma vicino a chi soffre»

Chiara Simeoni il giorno della laurea
di Marco Ferroni
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Domenica 12 Aprile 2020, 11:02 - Ultimo aggiornamento: 11:05

RIETI - Un vecchio adagio recita "Natale coi tuoi, Pasqua con chi vuoi". Nel caso specifico in tanti - se non addirittura tutti - oggi vorremmo che quel proverbio venisse ribaltato per trascorrere la festività odierna con i parenti più stretti: madri, padri, nonni e cugini. Ma l'emergenza coronavirus innescata dal CoVid-19 non lo consente. E allora non resta altro da fare che stringere i denti, abbozzare e trasformare la necessità in virtù.

La storia di Chiara
E la storia di vita reale che vi stiamo per raccontare ne è l'esempio pratico. Siamo a Lucca, in Toscana, dove dallo scorso 1° marzo la giovane Chiara Simeoni, 27 anni il prossimo 12 ottobre, ha preso servizio presso l'ospedale provinciale San Luca. Lei è un tecnico di laboratorio e come tanti operatori sanitari, si trova in prima linea, faccia a faccia col "mostro". Oggi, domenica 12 aprile, avrebbe avuto modo di trascorrere la Pasqua coi suoi genitori, Alessandro e Loriana, nel quartiere di Campoloniano, ma il senso di responsabilità l'ha indotta a restare nel suo luogo di lavoro, scelto peraltro dopo essere passata per Frosinone e ancor prima da quella Fondi che oggi è zona rossa.

«In effetti avrei avuto la possibilità di circolare liberamente e tornare a casa - racconta Chiara - perché Lucca non è una 'zona rossa', ma per rispetto di chi mi vuole bene e nella consapevolezza di ciò che vuol dire lavorare in un ospedale specialmente di questi tempi, preferisco sacrificare la festività e restare quì in compagnia dei miei padroni di casa e continuare a dare il mio contributo per chi in questo momento ha bisogno di supporto».

Ecco, ma dalle sue parti com'è la situazione in questo momento?
«Debbo dire la verità: a Lucca città non ci sono tanti casi di positività, ma nella provincia, specialmente in Versilia e nella Garfagnana decisamente di più. Va detto però che quelle zone confinano con l'Emilia Romagna e lì ci sono anche tante seconde case di gente che alle prime avvisaglie si è trasferita. Di conseguenza c'è stata evidentemente una contaminazione».

L'ospedale di Lucca sappiamo essere uno dei più forniti e attrezzati della Toscana: ci sono ricoverati per CoVid-19?
«Sì, assolutamente però ho notato una grande organizzazione dal momento che l'epidemia ha preso piede. L'ospedale infatti, si è strutturato in quattro tronconi: la parte di Terapia Intensiva, quella Sub Intensiva, la Rianimazione e poi è stata usata parte della Chirurgia Generale per i pazienti con sintomi più lievi».

Possiamo dire che i lucchesi e i toscani più in generale sono stati ligi alle restrizioni?
«Lo dicono i numeri, perché paradossalmente ci sono più casi a Rieti città, che a Lucca, nonostante la grandezza delle due realtà. E non è un caso che dal momento che sono state impartite le prime direttive a Lucca si è registrato un vero e proprio fermo dei contagi».

Dopo una prima esperienza a Rieti, nel laboratorio analisi del de Lellis, è stata a Fondi, poi a Frosinone: oggi, col senno di poi, si sarebbe potuta trovare nel bel mezzo della zona rossa, ci hai mai pensato?
«Ci penso sempre e non so proprio come avrei reagito, però in questo momento non posso che mostrarmi solidale e vicina col cuore ai colleghi che debbono fare i conti con questa emergenza, perché poi in definitiva quando svolgi questo mestiere, la solidarietà è il primo sentimento che condividi».

Da quando è esplosa la pandemia è mai stata sottoposta a un tampone per verificare la positività o meno?
«Io ed altri colleghi abbiamo fatto il test della saponetta, una sorta di stick tipo il test di gravidanza, che ha dato esito negativo. Sicuramente ne faremo altri, ma credo che diventerà una prassi».

Insomma, una Pasqua diversa dal solito, non "coi tuoi" e neanche "con chi vuoi", ma semplicemente con chi in questo momento è nella tua stessa situazione...
«Me ne farò una ragione, avrò tempo e modo per recuperare una festività che oggi è così per tutti. Ma se posso permettermi di dare un consiglio a chi oggi si ritroverà comunque insieme ai propri cari dico loro di goderseli fino in fondo e di riflettere attentamente su ciò che sta accadendo.

E' in momenti come questi che abbiamo la possibilità di guardare le cose da un altro punto di vista ed apprezzare la quotidianità, quella che spesso pensiamo possa essere una scocciatura e invece è l'essenza della vita».

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