Il campo Ciccaglioni nel degrado più assoluto, una vera vergogna per la città
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Il campo Ciccaglioni nel degrado più assoluto, una vera vergogna per la città Le foto
di Giacomo Cavoli
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Venerdì 4 Febbraio 2022, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 02:53

RIETI - Gli ingressi sfondati, quattro porte regolamentari da calcio all’interno - delle quali due al loro posto e altre due divelte e sparse in giro per il campo - le panchine a lato distrutte e invase da rifiuti di ogni tipo, i fari dell’illuminazione gettati a terra e fracassati e, per concludere in bellezza, gli spogliatoi totalmente danneggiati, con vetri infranti, murales e l’asta per appendere gli abiti infilata all’interno di un wc. Stop. Perché probabilmente stavolta non bastano le sole parole per descrivere lo stato nel quale versa ormai il campo da calcio intitolato allo sportivo e giornalista Roberto Ciccaglioni, scomparso nel 1999, al quale è dedicata la storica struttura del quartiere di Campoloniano. Sede, fino a poche stagioni fa, degli allenamenti delle giovanili del Rieti Calcio, oggi il campo è ridotto a un cumulo di autentiche macerie, divenuto luogo di ritrovo e bivacco per giovani vandali che, nel corso degli ultimi due anni, lo hanno letteralmente devastato.

 

La situazione. Inaugurato nei primi anni del Duemila, all’epoca il “Ciccaglioni” (storicamente, l’ex Scia) tornò a essere il fiore all’occhiello del movimento calcistico reatino, ricostruito interamente in erba sintetica. Proprietario è il Comune di Rieti, in mano al quale la struttura è tornata dopo la conclusione dell’ultima assegnazione: ma, a partire da quel momento, è stato il caos più totale.

Sfondate le porte d’accesso sui due lati di via Alcibiade D’Orazi, i vandali si sono infatti impadroniti di tutto ciò che, in quel momento, era (ed è tutt’ora) a loro disposizione. Tra i luoghi di bivacco preferiti devono esserci senz’altro le panchine a lato del campo, sotto alle quali si trova di tutto, dalle lattine alle bottiglie d’acqua e di birra, passando per cartacce, mozziconi di sigarette e scatole della pizza e del fast-food.

Sopra, invece, il solito corollario di bestemmie, frasi antisemite, inneggi al fascismo e disegni osceni. Le uniche ad essere risparmiate sono state le due porte da calcio rimaste al loro posto: altre due - tra quelle mobili, utilizzate per favorire gli allenamenti di due squadre anche nello stesso momento - sono state invece completamente distrutte e lasciate a marcire a bordo campo, reti incluse. E neanche l’erba sintetica gode ormai più dei fasti di un tempo: per capire dove tirare un calcio di rigore, è sufficiente infatti posizionarsi sulla buca che campeggia a pochi metri da una delle due porte.

Gli interni. Il pezzo forte arriva però quando ci si dirige verso gli spogliatoi: all’ingresso, per terra, subito quattro fari dell’illuminazione totalmente fracassati. Dentro, invece, lo scenario è indescrivibile: le finestre sfondate e i vetri per terra, murales, rifiuti e sporcizia ovunque, lavandini spaccati, rubinetti mancanti e, per non far mancare nulla alla goliarda idiozia, anche l’asta di legno di un appendiabiti infilata all’interno di uno dei wc.

Un degrado (ma definirlo così, stavolta, è davvero un eufemismo) segnalato a più riprese anche da parte degli abitanti della zona e soprattutto negli ultimi due anni quando, con le restrizioni anti-Covid già in atto, il “Ciccaglioni” è divenuto la perfetta terra di nessuno, dove i giovani hanno continuato (e continuano, anche in questi giorni) ad incontrarsi in barba ad ogni norma sul distanziamento e sull’uso delle mascherine, proseguendo nel distruggere tutto ciò che appare loro ancora vagamente integro. Il sentore che sarebbe andata a finire così si era già avuto nell’agosto 2019 quando, approfittando dell’abbandono nel quale il “Ciccaglioni” già versava (perché consunto e perché la sua omologazione non era più ulteriormente prorogabile), dei vandali si introdussero al suo interno, distruggendo un defibrillatore, rubando alcuni palloni e danneggiando spogliatoi e caldaia. Sarebbe quindi forse giunto il momento di intervenire. Ma con calma, senza fretta.

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