Città che l'ha visto impegnato per diciotto anni, prima in procura e poi in tribunale, titolare di importanti inchieste, condotte con carabinieri e polizia, su organizzazioni terroristiche che avevano scelto la Sabina come base organizzativa, e poi, negli anni 80, sul fenomeno emergente della corruzione, culminato con l'inchiesta sugli "alberghi d'oro" che portò alla scoperta di un sistema di tangenti che gli albergatori erano costretti a pagare ai funzionari della Regione Lazio per ottenere i finanziamenti destinati alla ristrutturazione degli hotel.
Nella delibera viene evidenziata la brillante carriera di Canzio, approdato dopo Rieti in Cassazione (è stato relatore di importanti sentenze che hanno fatto giurisprudenza), per diventare successivamente presidente delle Corti di Appello de L'Aquila e Milano, da dove è stato chiamato a ricoprire il ruolo più importante della magistratura, quello di primo presidente della Suprema Corte. Di Canzio, l'atto del consiglio comunale sottolinea "i valori dell'onestà, della legalità e del senso delle istituzioni", richiamando poi "l'apprezzamento dell'opinione pubblica per un impegno che ha contribuito a elevare l'immagine di Rieti".
Proprio ieri, Giovanni Canzio ha partecipato in tribunale, a Rieti, all'incontro organizzato dal Csm con i magistrati di Rieti e Ascoli che indagano sul terremoto. Un contributo di esperienza, il suo, che potrà rivelarsi prezioso. La cerimonia per la consegna dell'attestato si terrà nelle prossime settimane nell'aula consiliare del Comune.
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