Il Rieti non si abbatte per il ko,
Chéu: «Ci è mancata un po'
di energia ma reagiremo». Foto

I giocatori del Rieti ringraziano il pubblico a fine gara (Foto Meloccaro)
di Umberto Leoncini
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Martedì 16 Ottobre 2018, 17:58 - Ultimo aggiornamento: 18:48

RIETI - In occasione della prima gara casalinga a porte aperte, il Rieti non è riuscito a regalare la vittoria ai suoi tifosi ma comunque Gigli e compagni sono usciti tra gli applausi dello Scopigno che ha apprezzato l’impegno e quanto fatto vedere in avvio di partita. Anche l’allenatore amarantoceleste Ricardo Cheù non è sembrato essere troppo abbattuto, se non del risultato, e ha sottolineato soprattutto la bontà del lavoro svolto dai suoi giocatori nella prima frazione di gioco.
 

 

«Il primo tempo abbiamo fatto un grande lavoro con molte opportunità di segnare, pressando alti e mettendo in difficoltà la Vibonese – ha dichiarato a fine gara l’allenatore amarantoceleste - Nel secondo tempo abbiamo trovato difficoltà nel controllo del gioco ma ci è mancata un po’ di energia e soprattutto dopo il gol della Vibonese non siamo più riusciti a giocare come sapevamo: non mi sono piaciuti tutti quei lanci lunghi su Todorov. Nella ripresa abbiamo perso il controllo della partita ma la Vibonese non mi è sembrata superiore. Purtroppo ho dovuto cambiare Maistro perché era esausto e Cericola perché aveva perso i punti di riferimento davanti quando loro sono passati a tre dietro ma nonostante il passaggio a quattro a centrocampo non siamo più riusciti a fare la partita. Tutto ciò deriva soprattutto dalla stanchezza ma il calendario che non consente di recuperare al meglio è lo stesso che vale per la Vibonese e per le altre squadre: le difficoltà del secondo tempo sono frutto soprattutto dell’atteggiamento mentale avuto dopo lo svantaggio».

Cheù non si ferma alle annotazioni tattiche e stigmatizza il comportamento della squadra ospite dopo essere andata in vantaggio: «Non mi è piaciuto l’atteggiamento della Vibonese che, dopo il gol, ha iniziato a perdere tempo buttando fuori la palla ripetutamente. Anche noi la scorsa partita abbiamo segnato nello stesso frangente di gara ma non abbiamo avuto lo stesso comportamento. Questo è il calcio ma questo atteggiamento non mi è piaciuto».

Sulle difficoltà realizzative del comparto avanzato il tecnico reatino si mostra come sempre ottimista: «Sarebbe stato un problema se non avessimo creato opportunità – commenta Cheù - abbiamo difficoltà nell’andare a rete con gli attaccanti e gli esterni ma per me non è un problema dobbiamo migliorare e allenarci per essere più bravi: sono sicuro che appena le punte si sbloccheranno». 

Per quanto invece riguarda il prosieguo del campionato l’allenatore portoghese non batte ciglio: «Siamo la stessa squadra che ha vinto sabato scorso – tiene a precisare l’allenatore reatino - siamo sempre gli stessi e una sconfitta non cambierà il nostro atteggiamento: la mia promessa è che non cambieremo mentalità e andremo a Trapani per vincere la gara».

La disamina del tecnico della Vibonese, Nevio Orlandi, è simile a quella del collega reatina: «Il primo tempo partita equilibrata, ci aspettavamo un Rieti aggressivo – ha commentato il tecnico calabrese - Abbiamo scelto di partire in modo da contenere e poi ripartire sulle fasce laterali, il secondo tempo invece ho  dovuto cambiare anche perché alcuni ragazzi erano stanchi dopo la partita di sabato ed è andata bene. Se si va a vedere la gara infatti siamo scesi in campo con un 4-4-2 che alla fine  è un modulo un po’ piatto ma avevo necessità di coprire le fasce poi quando siamo passati a  3 dietro abbiamo spostato il baricentro un po’ più alto. Ho cercato di preparare la gara in un certo modo ma siamo riusciti ad adattarci, chiedo sempre alla squadra di adattarsi agli avversari anche in funzione dei giocatori disponibili: oggi è andata bene».

Sulle squadre affrontate sinora Orlandi non sembra avere dubbi: «Il Trapani mi sembra più squadra, il Catania ha molte individualità come il Catanzaro ma per quello che ho visto il Trapani mi ha impressionato sia per l’atteggiamento che pe il modo propositivo di giocare».
 

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