Dopo la prova di scherma, la finale è ripartita con l'azzurra del gruppo sportivo dei Carabinieri in sesta posizione: nel nuoto la Micheli è di nuovo sesta con 2.10,86, terza in classifica generale con 533 punti. Dopo l'equitazone, la Micheli è seconda, un risultato che consolida al termine dell'ultima prova del laser run, dietro la Silkina e davanti la britannica French.
IL BIS A BUDAPEST
Budapest porta fortuna alla Micheli che lo scorso anno, nella capitale ungherese, aveva già conquistato l'oro ai Mondiali Universitari.
A Cantalice, per Elena, è rimasto il ramo paterno della famiglia: ma la sua avventura nel pentathlon è cominciata a Roma, a sei anni, in forza alla Ss Lazio, fino all’ingresso nei Carabinieri, passando per la vittoria all’Europeo Giovanile del 2015 in categoria Youth B e il secondo posto al Mondiale Giovanile di Praga di sue anni fa, oltre alla miriade di titoli nazionali conquistati fino a oggi.
Della Micheli, il reatino team leader degli azzurri del pentathlon, Ennio Panetti, all'epoca del primo trionfo a Budapest, senza giri di parole disse: «In campo femminile, insieme alle due sorelle Tognetti (le due sabine Francesca e Aurora, ndr) Elena è fra le promesse più importanti del pentathlon moderno italiano. Corre forte e deve aggiustare un po’ il tiro nella scherma: ma rappresenta il futuro della nazionale».
«Il gruppo azzurro è promettente e su di noi si può costruire tanto - aveva commentato la Micheli - ma Aurora e Francesca (anche loro nel gruppo sportivo Carabinieri, ndr) sono due persone alle quali sono molto legata, ed è bello sentirsi dire di essere il futuro di uno sport come il nostro che, in Italia, non è fra i più conosciuti».
A quanto pare, ad oggi, le previsioni di Panetti continuano a tenere banco.
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