Rieti, settimo mondiale per Urbani,
farà da chioccia ai giovani:
«Peccato per quello del 1981...»

Luca Urbani
di Giacomo Cavoli
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Domenica 25 Marzo 2018, 11:07

RIETI - Se non è impegnato in qualche campionato europeo, è probabile che Luca Urbani si ritrovi comunque a trainare l'aliante chiuso dentro un carrello in giro per il Vecchio Continente almeno una volta l'anno. E neanche il 2018 fa eccezione, grazie alla convocazione ai mondiali polacchi del prossimo luglio. Per il medico reatino è arrivata infatti un'altra chiamata a vestire la maglia azzurra della nazionale italiana, la settima nella carriera sportiva del volovelista dell'Aero Club Centrale che a 60 anni, dopo otto campionati europei, sei mondiali e decine di gare internazionali e italiane, alle soglie della pensione non ha nessuna intenzione di mollare la presa della cloche.
 

IL SETTIMO MONDIALE

Le partecipazioni europee, nel curriculum di Urbani, sono otto, una in più di quelle mondiali: in Europa, l'esordio avvenne proprio a Rieti nel 1982 nella classe dei 15 Metri - che per il Vecchio Continente rappresentò la prima edizione assoluta - poi arrivò la Finlandia nel 1988 (in 15 Metri), di nuovo Rieti nel 1994 con la classe Libera (sua miglior prestazione in un Europeo grazie al settimo posto, e primo fra gli italiani della sua classe), nel 1998 in Polonia per la Libera, nel 2002 in Ungheria, sempre in Libera, nel 2010 la Slovacchia nella classe World degli alianti PW-5, nel 2015 ancora a Rieti e l'ultima nel 2017 a Moravská Třebová, in Repubblica Ceca.

Il suo esordio mondiale fu invece nel 1997, in Turchia, primo campionato mondiale ideato per la World Class e prima edizione dei Giochi Mondiali dell'Aria. Urbani c'era a Bayreuth (in classe Libera), in Germania, nel 1999, quando a diventare campione del mondo fu Giorgio Galetto; poi nel 2001 in Sud Africa (Libera) e nel 2008, ottavo classificato nella World Class dei mondiali di Rieti, nel 2010 a Prievidza, in Slovacchia (World Class) e nel 2013 ad Adolfo Gonzales Chaves, località della provincia di Buenos Aires, in Argentina, «dove sarei dovuto andare anche nel 1981, quando fui convocato per il mio primo mondiale - racconta - La guerra delle Falkland costrinse poi a spostare il mondiale in Germania, ma io non andai comunque: avevo 24 anni e nessuna intenzione di rinunciare alla mia sessione di laurea. E' una di quelle cose di cui mi pento ancora oggi».
 

AL FIANCO DEI GIOVANI VOLOVELISTI

La sua settima partecipazione mondiale sarà a Ostrow Wielkopolski, in Polonia, dall'8 al 21 luglio prossimi: un ritorno tutto in pianura dopo l'Europeo del 1998 e quattordici giornate di gara in classe Club, a bordo di uno Standard Cirrus, affiancando il compagno di classe Simone Selvini, il 27enne milanese (già protagonista ai campionati mondiali Juniores in Australia nel 2015) che, insieme al 24enne romagnolo Giacomo Dall'Olio, rappresenta il concreto tentativo di ricambio generazionale del team azzurro: «E' il programma voluto dalla nazionale, che prevede l'affiancamento delle vecchie leve accanto ai giovani più promettenti del volo a vela italiano, per consentire loro di trovare la giusta sicurezza in occasioni così importanti e sperare che possano ben figurare negli anni a venire» spiega Urbani. A difendere la classe Standard, in Polonia, saranno Vittorio Pinni e Guido Dalla Rosa, mentre nella 15 Metri si attendono le conferme del campione del mondo Stefano Ghiorzo e di Thomas Gostner.
 

A ricoprire il ruolo di commissario tecnico della nazionale azzurra, dopo anni di apprezzato impegno, non sarà più Luciano Avanzini ma Luca Frigerio, eletto al Meeting di Pavullo dello scorso anno, mentre Team Captain degli azzurri spediti in terra polacca sarà Roland Zaccour, a Rieti da anni fra le presenze più costanti.

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