RIETI - La campagna vaccinale in provincia sfonda il tetto delle 45 mila dosi, pari al 23% della popolazione over 16 che ha ricevuto la prima dose, ma i medici di base lanciano un monito rispetto alle rinunce, sempre più frequenti fra gli ultrasessantenni, di vaccinarsi con AstraZeneca (oggi denominato Vaxzevria). Il problema è emerso quando per le persone dai 60 anni in su, sul portale Salute Lazio, si sono aperti solo gli slot che somministrano il preparato anglosvedese. I medici sono in prima linea e avvertono in anticipo rispetto agli altri timori, preferenze e scelte dei propri assistiti. Ne esce una fotografia fedele dei comportamenti di una larga parte dei residenti, nel capoluogo e in provincia. Che oggi cerca Pfizer e trovando AstraZeneca rimanda la vaccinazione.
«La campagna sugli over 80 è andata bene, anche fra i miei assistiti tutti sono stati vaccinati – dice Paolo Bigliocchi, medico di base che ha già vaccinato nel suo studio circa 40 pazienti - ma il problema, in questo momento, è un altro.
Nei centri della provincia si somministra solo Pfizer (Magliano Sabina, Poggio Mirteto ed ex Bosi) e AstraZeneca (distretto 1 via delle Ortensie), mentre Moderna si trova solo in pochi hub della Capitale. Non è possibile scegliere il vaccino, ma la sede dove effettuarlo, sì, solo che nel Reatino quegli slot non prendono prenotazioni.
«Qui a Rieti – prosegue Bigliocchi - dopo aver ottenuto l’ok da parte del paziente a ricevere l’iniezione si riscontra una difficoltà oggettiva di prenotare per il Pfizer. I punti di Magliano Sabina, Poggio Mirteto ed ex Bosi sono inaccessibili da 10 giorni. Quindi, si rischia realmente una frenata sulle immunizzazioni che non è legata alla volontà, ma all’impossibilità di prenotarsi con Pfizer: ovvero il vaccino che oggi la gente vuole. Bisogna capire se è una questione di forniture, oppure se è un modo per evitare che calino le vaccinazioni con Astrazeneca. Perché una cosa è chiara: il medico può fare, e lo stiamo facendo, tutto quello che è in suo potere - parlare, spiegare, arrabbiarsi - ma alla fine il braccio per fare ce lo mette il paziente ed è giusto che decida liberamente e volontariamente, come volontaria è la vaccinazione».
Questo è il nodo da sciogliere e i medici di base, stando sul territorio sono riusciti a coglierlo grazie un ruolo, il loro, del quale, conclude con un punta di polemica Bigliocchi, «si ricordano solo quando il sistema sta per esplodere e noi che stiamo alla frontiera diventiamo fondamentali».