Tumore al seno metastatico, importante decisione dell'agenzia Ue dopo che test hanno dimostrato l'effivacia di trastuzumab deruxtecan. L'anticorpo monoclonale ha ridotto del 72% il rischio di progressione di malattia o morte rispetto all'attuale standard terapeutico trastuzumab-emtansine (T-DM1) in pazienti con tumore al seno HER2-positivo non resecabile e/o metastatico precedentemente trattato con trastuzumab e taxano. L'Agenzia europea dei medicinali ha quindi ampliato l'indicazione di trastuzumab deruxtecan ad un uso più precoce nel trattamento del carcinoma mammario metastatico HER2+.
A new meta-analysis suggests BBs and ACEI/ARBs may be effective in preventing decline in #LVEF in women with breast cancer undergoing treatment with trastuzumab and/or anthracyclines. Find out more: https://t.co/4pji8r7tHk #CardioOnc #HeartFailure
— American College of Cardiology (@ACCinTouch) July 19, 2022
Vitamina D contro il tumore al seno: il nuovo beneficio
Tumore al seno, i casi in Europa
Sviluppato e commercializzato congiuntamente da Daiichi Sankyo e AstraZeneca, trastuzumab deruxtecan è un anticorpo monoclonale farmaco-coniugato ingegnerizzato per essere diretto contro il recettore HER2.
Le reazioni al farmaco
«Questa approvazione è un'importante pietra miliare - ha dichiarato Javier Cortés, responsabile dell'International Breast Cancer Center (IBCC) di Barcellona -. dal momento che, nello studio il tempo alla progressione si è prolungato ben oltre l'anno per le pazienti che hanno ricevuto trastuzumab deruxtecan». Le reazioni avverse più comuni sono state nausea (77%), fatigue (57,2%), vomito (46,8%). «Il trattamento con trastuzumab deruxtecan - ha dichiarato Ken Keller, presidente e ceo di Daiichi Sankyo - ha dimostrato una sopravvivenza libera da progressione superiore e il doppio del tasso di risposta rispetto a un altro ADC anti-HER2». «Grazie a questa approvazione, in Europa le pazienti affette da carcinoma mammario metastatico HER2-positivo avranno l'opportunità di essere trattate con questo farmaco in una fase ancora più precoce, aumentando così le possibilità di ottenere esiti clinici migliori, oltre a quelli che possiamo già offrire in fasi più avanzate», conclude Dave Fredrickson, executive vice president, Oncology Business Unit di AstraZeneca.
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