RIETI - L’accelerazione dei contagi è stata spaventosa. Un aumento neppure immaginabile solo pochi giorni prima di Natale al quale, però, non fatto riscontro un proporzionale aumento dei ricoveri ospedalieri. E anche gli accessi al pronto soccorso sembrano restare sotto controllo. Elementi che portano a pensare a una forte contagiosità, legata comunque a una minore virulenza del virus. E’ così?
«I dati che registriamo in questi giorni - risponde Massimiliano Angelucci, dirigente della direzione medica del de Lellis - al di là delle valutazioni più o meno empiriche che si possono fare, una cosa certa la dicono: la grande importanza della campagna vaccinale.
Le previsioni dei virologi dicono però che il picco dei contagi non si sia ancora raggiunto. C’è il rischio di dover fronteggiare anche una maggiore pressione al de Lellis?
«Se la pressione sull’ospedale dovesse aumentare repentinamente, l’Azienda è pronta ad attivare ulteriori posti letto in regime ordinario e in intensivo: come in passato la parola d’ordine sarà flessibilità».
Ma il virus è davvero meno pericoloso in questa fase?
«Di sicuro, Il virus sta correndo più velocemente ma con una forza inferiore per i soggetti vaccinati. Una buona notizia che potrebbe far apparire le varianti in circolazione, la Delta ancora prevalente e la Omicron che sta prendendo prepotentemente piede anche in Italia, più innocue ma che non deve trarre in inganno facendoci abbassare la guardia. La vaccinazione resta l’unica arma utile per evitare la malattia grave. La variante Omicron, ad esempio, nonostante la sua alta contagiosità, molto di rado ha conseguenze serie sui vaccinati e sulle persone che hanno ricevuto la terza dose, con un sistema immunitario sano. In questi casi sviluppa solitamente sindromi clinicamente meno aggressive. L’auspicio è quello che tutti i cittadini aderiscano alla campagna vaccinale, completino il ciclo primario senza esitazione ed eseguano la dose booster che aumenta lo scudo di protezione».