Con la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini «la Città sana un vulnus che durava da 90 anni, dimostrando quanto Torino sia legata profondamente alla sua storia e alla sua identità antifascista», ha commentato Michele Paolino, capogruppo del Pd in Sala Rossa.
Per Angelo d'Amico, consigliere di Forza Italia che aveva presentato centinaia di emendamenti ostruzionistici alle delibere all'ordine del giorno per rimandare il voto sul Duce, «il Consiglio comunale si è concesso il lusso di affrontare una questione del tutto superflua per la Città, di nessuna utilità se non per la campagna elettorale della maggioranza». La questione «non aveva alcuna urgenza - concorda il capogruppo di Fratelli d'Italia, Maurizio Marrone, tra i contrari alla mozione di revoca della cittadinanza - se queste sono le priorità di questa amministrazione, ci ritroveremo a discutere di Italo Balbo, il cui nome figura ancora tra i cittadini onorari torinesi».
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