Molte le novità del 2016, volte a rendere più completo il quadro della vivibilità sul territorio, con una maggiore attenzione alle esigenze e ai problemi più attuali della collettività: il valore della casa, il lavoro per i giovani, la capacità di innovazione, l'integrazione degli stranieri, l'offerta di welfare, la partecipazione civile. Le sei aree hanno così acquisito una denominazione più inclusiva e i parametri da 36 sono saliti a 42. Alla fine è Aosta, per la terza volta in 27 anni di indagine (le precedenti nel 1993 e nel 2008) a salire sul gradino più alto dell'edizione 2016 Qualità della vita, forte soprattutto delle performance nei capitoli relativi all'economia, alla demografia e all'ordine pubblico. Al secondo ed al terzo posto si confermano Milano e Trento; balzo in avanti per Belluno che dalla 17a posizione del 2015 sale in quarta posizione. All'ultimo posto ancora una realtà del Mezzogiorno, Vibo Valentia. Anche per questa provincia è un tris, ma in negativo: è risultata ultima già nel 1997 e nel 2005.
Al penultimo posto Reggio Calabria (ultima nell'edizione del 2015).
Nella classifica delle ultime cinque province spicca Crotone, che perde ben 17 posizioni rispetto all'edizione dello scorso anno e si posiziona al 106/o posto. Resta ampio il divario tra Nord e Sud, quello tra le province di maggiori dimensioni frenate dai nodi sicurezza e ambiente nel loro slancio in avanti, e spiccano le realtà medie o piccole - spesso beneficiate dall'autonomia - in evidenza come modelli di vivibilità.
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