Violenza sulle donne, braccialetto elettronico e inchiesta anche senza denuncia: via libera cdm al ddl che inasprisce le norme

Sarà firmato dalle ministre Elena Bonetti, Luciana Lamorgese, Marta Cartabia, Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini

Violenza sulle donne, braccialetto elettronico e arresto in flagranza di reato: in cdm il ddl che inasprisce le pene
di Michela Allegri
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Giovedì 2 Dicembre 2021, 19:42 - Ultimo aggiornamento: 13 Dicembre, 17:21

Femminicidi e violenza di genere: arriva un disegno di legge firmato dalle ministre Elena Bonetti, Luciana Lamorgese, Marta Cartabia, Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini, per contrastare un’emergenza che, nel nostro Paese, non accenna a placarsi. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera questa mattina. Prevenzione, protezione, assistenza e formazione sono le parole chiave del nuovo testo, che contiene l’introduzione del braccialetto elettronico per chi sia sottoposto a divieto di avvicinamento alle vittime di violenza o stalking e, soprattutto, un inasprimento della norma - già prevista nella riforma penale - che prevede l’arresto in flagranza per chi violi queste disposizioni. In termini pratici significa che chi infrangerà l’obbligo di allontanamento, a seconda della gravità della situazione, potrà essere immediatamente ammonito, fermato, o arrestato: l'obiettivo è garantire una custodia cautelare effettiva per i soggetti violenti. E il monitoraggio dovrebbe essere reso più semplice grazie all’utilizzo dei dispositivi elettronici di controllo. 

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Violenza sulle donne, il disegno di legge

Il vero cambio di passo arriva con proposte legate alla prevenzione: la procedibilità d'ufficio di reati come le lesioni, i maltrattamenti in famiglia, la violenza domestica, l'obbligo di comunicare alla persona offesa l'eventuale scarcerazione dell'autore della violenza e una stretta sulla sospensione condizionale della pena per i condannati.

Attualmente per fare partire un'inchiesta per lesioni - a meno che si tratti di condotte aggravate - è necessaria una querela di parte. E molte donne maltrattate, per timore o a causa di minacce, tendono a ritirare le denunce. Rendendo il reato procedibile d'ufficio, invece, il magistrato avrà la possibilità di aprire un fascicolo basandosi, per esempio, sulle segnalazioni di ospedali o di parenti e amici della vittima. Servirà un unico presupposto: il soggetto violento deve già essere stato ammonito per condotte della stessa specie.

Anche il braccialetto elettronico è una novità importante: se l'indagato rifiuta di indossare il dispositivo di controllo, il giudice avrà la possibilità di disporre a suo carico una misura cautelare più severa, come gli arresti domiciliari. Viene introdotto anche un maggiore sostegno economico e logistico per i centri antiviolenza, ai quali dovrebbero venire destinati i beni confiscati alla mafia e alla criminalità organizzata. E ci sarà anche una maggiore tutela delle vittime, con un’integrazione del reddito di libertà, introdotto dal governo con il decreto Rilancio, per sostenere l’indipendenza delle donne vittime di violenza che si trovino anche in una condizione di totale sudditanza economica da compagni e mariti che le maltrattano. Attualmente viene erogato dall’Inps e consiste in 400 euro mensili. È disponibile per 12 mensilità ed è destinato alle donne seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni e dai servizi sociali. Il contributo è finalizzato a sostenere le spese per l’autonomia abitativa e personale, il percorso scolastico e formativo di eventuali figli e figlie minori.

 

La "tutela mobile"

Verrà anche introdotta una forma di tutela mobile per le vittime: una misura di protezione che scatterà a richiesta e che sarà graduata a seconda delle situazioni e dei livelli di pericolo. Potrebbe trattarsi, per esempio, di un controllo periodico fatto dalle forze dell’ordine, anche più volte nel corso della giornata, a casa della donna che abbia chiesto assistenza. Sarà fondamentale anche la formazione destinata a magistrati e forze dell’ordine che si occupano di violenza di genere, per creare reparti specializzati. E si lavora anche a una campagna di sensibilizzazione per i cittadini.

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