Cospito, Cartabia: «Non parlo di 41 bis». E fa lezione in un'aula blindata dalla polizia dopo le minacce ricevute

Forze dell’ordine hanno presidiato l’ingresso dell’Ateneo con una fitta rete di controlli con metal detector

Cospito, Cartabia inaugura master a Roma: «Non parlo di 41 bis». E fa lezione in un'aula blindata dalla polizia dopo le minacce ricevute
di Mario Baroni
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Sabato 4 Febbraio 2023, 13:57 - Ultimo aggiornamento: 17:33

A domanda diretta non risponde. «Sul 41 bis mi sono ripromessa di non dire nulla»: eppure Marta Cartabia non si è sottratta all’invito rivolto dall’Università degli Studi Roma Tre per aprire la decima edizione del Master in “Diritto penitenziario e Costituzione”. Tema di caldissima attualità – con le polemiche continue sul caso Cospito e sulla maggioranza di Governo - al punto da indurre le forze dell’ordine a presidiare l’ingresso dell’Ateneo anche con una fitta rete di controlli con metal detector. La vulgata dice di minacce ricevute dall’ex ministro che nel maggio dello scorso anno firmò l’articolo 41 bis a carico di Alfredo Cospito. Minacce che non hanno impedito l’incontro pubblico presso la sede del Dipartimento di Giurisprudenza che l’Anvur ha considerato il primo in Italia.

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Alla costituzionalista Marta Cartabia, già ministro della Giustizia e giù presidente della Corte costituzionale, viene affidata la lectio magistralis che lei svolge sulla funzione “restaurativa” delle pene. Volendo, una risposta alla domanda sull’articolo 41 bis – e non solo – c’è nelle parole della Cartabia, quando di fronte alla platea degli iscritti al corso (oltre che delle autorità: tra gli altri due giudici della Corte, Giovanni Amoruso e Maria Rosaria SanGiorgio) ribadisce: «Bisogna contenere la privazione della libertà personale nei limiti di ciò che è necessario», cioè minore sacrificio del reo e miglior risultato di risocializzazione e rieducazione per lo Stato.

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Non mancano nell’aula magna del Dipartimento di Giurisprudenza di Roma Tre diretto da Antonio Carratta i soggetti che potrebbero dare fiato a commenti più che pertinenti sul tema della riforma eventuale dell’articolo 41 bis – tra gli altri Mauro Palma, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale – come Gian Luigi Gatta, già consigliere giuridico del ministro Cartabia e collaboratore stretto della costituzionalista nella stesura della sua riforma, che espone una nutrita serie di dati capaci di inquadrare l’esecuzione della pena anche nelle sue alternative alla detenzione.

Il direttore del Master, professor Marco Ruotolo ha accompagnato la professoressa Cartabia alla mostra delle opere esito di un laboratorio svolto da un gruppo di persone detenute presso il carcere di Rebibbia Nuovo Complesso sotto la guida del dottor Quirino Cipolla. Un'altra possibilità di rieducazione durante l’esecuzione della pena. La certezza della pena è l’obiettivo di qualunque Stato civile – basta rammentare Beccaria – anche se in Italia ci sono circa 90mila “liberi sospesi”, cioè condannati in via definitiva per i quali non è stata ancora eseguita la pena (si tratta di pene sotto i 4 anni di detenzione), lasciandoli in un limbo che impedisce la vita così come la rieducazione.

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