Emiliano e gli arresti in Puglia: la mossa di Conte in vista delle prossime elezioni europee

L'alleanza M5s-Pd è messa dura prova dopo l'indagine ad ampio spettro per corruzione in Puglia

Emiliano e il caos Puglia: le mosse di Giuseppe Conte ed Elly Schlein. Cosa sta succedendo e su cosa si indaga la magistratura
di Stefania Piras
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Venerdì 12 Aprile 2024, 12:00 - Ultimo aggiornamento: 19:34

E dopo Telekabul (il Tg3 starebbe per passare in quota pentastellata), il M5s si intesta anche un altro gioiello di famiglia della sinistra: la questione morale. Come? Con la decisione di uno sdegnatissimo Giuseppe Conte che sceglie di uscire dalla giunta pugliese proponendo però l'istituzione di un nuovo assessorato alla Legalità. Come dire: me ne vado ma lascio qui le chiavi della mia stanza. E non tocca l'alleanza nei territori, dai Comuni pugliesi alla Sardegna dove è stata appena formata una giunta giallorossa.

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Puglia, cosa sta succedendo

L'indagine penale in Puglia - gli investigatori descrivono un quadro caratterizzato da profili di «allarme sociale e mercimonio» - ha riacceso la battaglia tra i due alleati e ha terremotato, ancora una volta, il campo largo. Ma soprattutto segna un sorpasso nella leadership: è Conte a dare le carte, è Conte a decidere che le primarie per scegliere il candidato sindaco tra Michele Laforgia e Vito Leccese non si fanno più, ed è Conte a lanciare strali rivangando le ramazze della moralità e che, parlando di «disinfestazione», ha detto: «Ora serve pulizia!». Per capire in quale stato di debolezza si trovi invece il Pd (il partito di centrosinistra, erede almeno in parte del Partito Comunista che per primo con il suo leader Berlinguer parlò di questione morale) basta ascoltare le parole del presidente pugliese Michele Emiliano che in un'intervista al Fatto chiede sommessamente un ritorno degli alleati promettendo obbedienza: «Faremo ciò che ci chiedono prima delle Europee». E basta anche scrutare il  bilancino lessicale con il quale vengono composte le dichiarazioni ai vertici: Schlein parla di «forte irritazione» che nasconde in realtà la voglia di commissariare il partito e una rottura netta con Conte, già definito «sleale» e trasformista.

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Bari, chi sarà il candidato sindaco

Le primarie che dovevano tenersi il 7 aprile sono state cancellate unilateralmente da Giuseppe Conte.

Dunque il campo largo non ha un candidato sindaco per le elezioni amministrative di Bari che si terranno in concomitanza con le Europee, e cioè l'8 e 9 giugno. A sfidarsi inizialmente erano Michele Laforgia, il volto proposto dal M5S, e Vito Leccese del Pd, e della mozione Schlein per altro, ma le cui quotazioni, ora, sono bassisssime. Il partito è spaccato: la presidente del Pd cittadino Titti De Simone propone di convergere su Laforgia, mentre il segretario Gianfranco Todaro tifa ancora per Leccese. 

Il dribbling M5s, perché appare ed è più forte

Ma al di là dei simbolismi e delle rispettive dichiarazioni cosa succederà? Tra la forte irritazione e la ramazza, a occhio, si può prevedere una stagione più florida per il M5s che è nato, vissuto e nutrito, proprio nelle fasi più acute di crisi delle classi dirigenti politiche. Il fondatore Beppe Grillo che ha insegnato ai suoi adepti il coro ipnotico "Onestà, onestà" - fece le fortune del partito dieci anni fa - ha sempre detto che nel momento in cui fossero riusciti a portare dei cambiamenti nel costume politico il M5s, "partito biodegradabile", si sarebbe sciolto. Ma attenzione, Conte dà le carte anche a Grillo. Ieri in merito al ritiro dell'assessore dalla giunta regionale ha detto: «Non è una decisione nel segno dell’antipolitica: non siamo più il partito che si limita a gridare onestà». A ogni modo, la ramazza paga: l'ultimo sondaggio Euromedia per le elezioni Europee dice che i dem avranno un solo seggio in più rispetto al M5s e che la distanza tra i due partiti si sta accorciando: il Pd con il 19,3 (e 16 eletti) e M5S con il 17,5 (e 15 seggi).

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Puglia, su cosa indagano i magistrati

In Puglia sono aperti diversi filoni di inchiesta sul voto di scambio nel 2019. A finire nelle maglie dei pm con l'iscrizione sul registro degli indagati per corruzione è stata prima l'assessore ai Trasporti Anita Maurodinoia, che si è dimessa, e poi un altro esponente politico: il civico Alfonso Pisicchio, ex assessore all'Urbanistica nello scorso mandato. I magistrati parlano di «mercimonio delle funzioni pubbliche» e cioè utilizzare, e mercanteggiare, il proprio ruolo istituzionale per avere vantaggi personali. In una parola: corruzione.  

L'allora assessore pugliese all'Urbanistica, Alfonsino Pisicchio, assieme a suo fratello Enzo, presidente del movimento politico 'Iniziativa Democratica' - un faccendiere per i pm - avrebbero drenato dalla Regione Puglia contributi milionari per le imprese che facevano parte di un accordo illecito. Per ricevere i finanziamenti le società stipulavano fidejussioni false con un sedicente broker assicurativo, Cosimo Napoletano. I fratelli Pisicchio sono agli arresti domiciliari assieme a Napoletano (in carcere), all'imprenditore Giovanni Riefoli, e al dirigente del Comune di Bari Francesco Catanese. Oltre alla corruzione viene contestata la turbativa d'asta per una gara da 5 milioni alterata in cambio di assunzioni. Gli investigatori hanno notato una consuetudine nelle conversazioni degli indagati: il posto di lavoro, al telefono, era "il gelato" da pagare. Secondo le indagini della Procura di Bari, che aveva chiesto 14 arresti, il "metodo Pisicchio" era ben oliato: in cambio della loro mediazione ricevevano dalle società finanziamenti illeciti per il loro partito, assunzioni per continuare a vantare pacchetti di voti, avevano un ruolo attivo nel sistema delle false fatturazioni con il quale le aziende creavano fondi neri per far ottenere loro utilità varie. A casa di Enzo Pisicchio sono stati sequestrati 65mila euro in contanti nascosti in una busta per rifiuti trovata sul balcone della cucina. 

Maurodinoia è indagata per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. Nell'inchiesta sono coinvolti, tra gli altri, il marito Sandro Cataldo, e il sindaco di Triggiano (sospeso dal prefetto), Antonio Donatelli, entrambi ai domiciliari. Avrebbe comprato i voti per le elezioni amministrative del capoluogo pugliese che si sono svolte nel 2019.

La mossa di Conte

Per Conte il metro di misura per giudicare alleati e avversari sono i magistrati: «Non combattiamo solo Meloni e soci, non facciamo sconti nemmeno a chi è nel nostro campo», ha detto in conferenza stampa a Bari annunciando l'uscita dell'assessora pentastellata. Anche Sinistra italiana, che in Puglia è il partito di maggioranza, ha chiesto a Emiliano di "azzerare la giunta". Intanto il trasloco in Regione è avviato: quattro consiglieri regionali pentastellati abbandoneranno il gruppo di maggioranza e l'assessora al Welfare Rosa Barone darà le dimissioni dalla giunta.

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Emiliano rischia di cadere?

No, ma in questi casi si chiede comunque una verifica della maggioranza e che vengano convocati gli organi del partito per capire come superare l'impasse. Riti e prassi molto importanti nei partiti che servono a capire se ci sono prima di tutto i numeri per andare avanti e poi per rilanciare l'azione di governo visto che anche tra le file dem sono stati formalizzati passi indietro: il capogruppo Pd Filippo Caracciolo si è dimesso mentre un altro consigliere, Michele Mazzarano, si è autosospeso.

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