Tajani riapre il dialogo con la Cina. E Meloni prepara la visita a Pechino

L’incontro a Verona con Il ministro del Commercio cinese. Nasce «La Via di Marco Polo» per gli scambi

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, con il ministro del Commercio della Repubblica Popolare Cinese Wang Wentao, in occasione della Commissione Economica Mista Italia Cina, presso il palazzo della Prefettura di Verona, 11 aprile 2024....
di Andrea Bulleri
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Giovedì 11 Aprile 2024, 21:35 - Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 07:00

Rinsaldare i rapporti col Dragone dopo l’addio alla via della Seta. E preparare il terreno per la missione a Pechino di Giorgia Meloni. Eccolo, il doppio obiettivo dell’incontro a Verona tra il vicepremier Antonio Tajani e il ministro del Commercio cinese Wang Wentao. Un colloquio sullo sfondo di Marco Polo, di cui nel 2024 ricorrono i 700 anni dalla morte. Ed è proprio alla figura dell’esploratore veneziano che per primo “scoprì” la Cina che è intitolato il nuovo accordo per gli scambi commerciali che sostituirà la Via della Seta. La Via di Marco Polo, appunto, per favorire l’inetrscambio tra i due Paesi e rinforzare la cooperazione. Aprendo nuovi sbocchi per il Made in Italy.

NUOVA FASE
«Vogliamo inaugurare una fase nuova dei rapporti tra Italia e Cina e investire sul partenariato bilaterale», spiega Tajani da Verona. «Accogliamo la delegazione cinese in un territorio a forte vocazione industriale e orientato all'export, che rappresenta al tempo stesso la solidità dei rapporti storici e culturali tra Italia e Cina».

Una «solidità» testimoniata dai numeri: negli ultimi otto anni, l’interscambio Italia-Cina ha conosciuto una fase di crescita ininterrotta, dai 38 miliardi di euro del 2016 ai quasi 74 miliardi del 2022. Poi, l’anno scorso, il calo delle importazioni, che ha contribuito a ridurre il disavanzo commerciale (il nostro export, nel frattempo, ha continuato a crescere). La Cina, in ogni caso, rimane il secondo fornitore al mondo per l’Italia.

E dal nuovo accordo, spiegano dalla Farnesina, potranno trarre beneficio le pmi tricolori: dai piani di promozione dei prodotti italiani su suolo asiatico (anche per contrastare i fenomeni del “finto italiano”) fino ai corsi di formazione per le aziende del Belpaese sulle strategie per sfondare nel mercato cinese.

LA DIPLOMAZIA
Ma l’incontro di ieri punta anche – e soprattutto – a rafforzare le relazioni diplomatiche tra Roma e Pechino, dopo l’addio del governo Meloni alla tanto contestata Belt and Road Initiative. Il modello, per Tajani, dovrà essere quello di una nuova «via degli esploratori», proprio sull’esempio di Marco Polo. «Siamo esploratori che devono riaprire e rendere più veloci e sicure le vie di comunicazione, di scambio e di commercio fra i nostri due Paesi», il messaggio consegnato a Wentao dal vicepremier.

Un modo per arare il terreno in vista del viaggio della premier a Pechino, nell’anno in cui l’Italia sarà al vertice del G7. A Palazzo Chigi si sta preparando la missione, inizialmente prevista alla fine dell’anno scorso e poi rimandata. Tenuto conto degli altri impegni internazionali della premier, si lavora perché la visita avvenga tra ottobre e dicembre. In ogni caso, preceduta da un viaggio di Sergio Mattarella. A riprova del fatto che nonostante l’addio alla Via della Seta, l’Italia continua a considerare strategiche le relazioni commerciali con la Cina.

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