​Gabriella Pession: «Mio padre fu un demone per me. Ora faccio un film su di lui»

L’attrice: «Io vengo dagli Usa, mio marito dall’Irlanda. Ma nostro figlio deve vivere in Italia»

Gabriella Pession: «Mio padre fu un demone per me. Ora faccio un film su di lui»
di Andrea Scarpa
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Domenica 24 Dicembre 2023, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 11:39

Gabriella Pession si chiama come la nonna, che a Daytona Beach – la città americana dove,da genitori italiani, è nata nel 1977 – quando lei era una bambina per un po’ di tempo tenne un coccodrillo in giardino. I primi mesi nessun problema, poi una notte il cucciolotto ormai cresciuto si mise in testa di seguire la sua natura e papparsi di tutto, compresa la nonna, che si salvò per un pelo («Aveva paura dei cani, per questo aveva scelto di tenere un alligatore...»). A 46 anni, marito – l’attore irlandese Richard Flood, 41, già visto in Grey’s Anatomy – e figlio di 9 anni, Giulio, Gabriella il 29 sarà protagonista su Rai1 del film La seconda chance, storia di una famiglia che grazie a una magia prova a recuperare i suoi problemi. Al suo fianco, Max Giusti.

È vera la storia del coccodrillo?

«Certo. Si chiamava Charlie, da piccolo era bello, aveva agli occhietti teneri, poi è diventato un gigante. La regola numero uno è non dargli da mangiare perché perdono la paura dell’uomo. Nonna gli dava il brasato...».

È tornata in Italia, dopo tre anni a Los Angeles: perché?

«Ci siamo trasferiti a Roma nel giugno 2022. E abbiamo fatto benissimo. Vivendo in America mi sono resa conto che voglio vivere in Italia».

E suo marito come l’ha convinto?

«Forse in qualche altra vita era romano. Ha insistito più di me. Volevamo crescere nostro figlio in Europa. L’alternativa era Dublino, ma per noi il mercato lì è più piccolo. Londra è faticosa, non avevamo amici, per cui non abbiamo avuto dubbi: Roma è incasinata, ma è Roma.

Io sono milanese, qui mi sento a casa».

Ora che partita sta giocando?

«Quella della serenità. Non ho più vent’anni e non tornerei indietro neanche di un giorno. Ho smesso di volere compiacere gli altri. Basta confermare quelle etichette assurde».

Di cosa parla?

«La fidanzatina d’Italia, la reginetta della fiction. Balle. Io ho iniziato con Lina Wertmüller, ma dopo un successo come Capri sono stata sommersa dai pregiudizi, che dopo quasi vent’anni in parte ancora ci sono».

Sconta ancora quel successo?

«All’estero no, ovviamente. Qui molto meno che in passato, ma qualcosina ancora c’è. Per me comunque conta solo far bene».

Paolo Sorrentino nel 2006 le fece un provino per il film “L’amico di famiglia”, ma scelse Laura Chiatti anche se le promise che ci sarebbe stata un’altra occasione: è sparito?

«No. Con Paolo ho fatto un provino per Loro, ma alla fine ha preso Euridice Axen. Comunque, no problem: ho lavorato con tanti altri registi. Quest’anno con Roland Emmerich per Those about to die, che si vedrà il prossimo anno, con Anthony Hopkins protagonista. Insomma, non c’è solo Sorrentino. Nel 2024 mi si vedrà anche nel Conte di Montecristo e in Tell Me Lies su Disney +».

Qui da noi per caso c’è qualcuno che ora le chiede: che fine ha fatto?

«Qualcuno, ma spiego sempre che mi sono allontanata volutamente dalla tv per lavorare all’estero e fare nuove esperienze. Comunque la gente mi vuole bene e sono finalmente serena, mi diverto a fare quello che faccio, e se una cosa non va in porto non è un dramma, non è più essenziale per la mia felicità. Ho un distacco lucido che mi consente di vivere le cose con una leggerezza che prima non avevo».

Un primo bilancio professionale com’è?

«Non lo faccio perché credo di avere ancora molto da dare. Qui e all’estero, e anche in teatro e con la scrittura». 

Cosa ha scritto?

«Una serie, titolo provvisorio Mamma, non mamma, prodotta da Endemol e Rai. Storia di una donna di 40 anni - io se non avessi incontrato Richard e fatto un figlio - inquieta, di successo ma fondamentalmente sola che si ritrova all’improvviso a dover gestire due bambini. È un viaggio nell’evoluzione di un essere umano. Sarò anche la protagonista».

Si definisce ancora malinconica, tormentata e piuttosto ansiosa, come qualche anno fa?

«Malinconica sì, per il resto devo dire che la vita familiare mi ha dato quella serenità che prima non avevo. L’amore cura».

Nel film il suo personaggio dice di aver fatto «una gran cazzata»: la sua qual è stata?

«Mah. Forse nessuna. Forse qualche cazzatina, ma niente di serio. Mi ha salvata la disciplina e la severità dello sport».

Deve fare i conti con qualcuno?

«No. Li ho regolati lasciando alle spalle le rabbie verso un padre assente e un rapporto simbiotico con mia madre. Diciamo che per diventare adulta ho perdonato i miei genitori, li ho umanizzati e non più demonizzati. Per me adesso conta accogliere una persona così com’è, anche se non è come avresti voluto».

È vero che sul rapporto con suo padre sta scrivendo un film?

«Sì, da tre anni, con la sceneggiatrice Anna Savignano. Sarà il mio debutto come regista: non lo reciterò perché è troppo personale. Racconto una relazione incompiuta tra padre e figlia. I due protagonisti per tre giorni si troveranno in montagna da soli e scopriranno finalmente chi sono. È una grande storia d’amore tra padre e figlia, ma con le imperfezioni degli esseri umani. Quando una persona muore ho capito che si può accettare questa assenza solo scegliendo cosa tenere e cosa lasciare di lui. Continuare a recriminare non serve a niente».

Suo padre non c’è più?

«Non c’è più».

Si riconosce più nel coraggio o nell’incoscienza?

«Coraggio. Tendo all’iper controllo. E quando sono stata male ho cercato di affrontare le situazioni come potevo. Per questo ho fatto quindici anni di analisi. Sono stata coraggiosa quando ho conosciuto mio marito e mi sono trasferita subito oltreoceano con lui, mi sono lasciata tutto alle spalle. E anche per fare questo mestiere ci vuole coraggio, continuare a perseverare in questo ambiente non è facile. Bisogna avere carattere». 

La protagonista del film “La seconda chance” dice al marito di essersi sentita con lui un fantasma: a lei è successo?

«Sì, nelle relazioni precedenti, spesso mi hanno fatto sentire così e anche sbagliata. Oggi invece io e mio marito vogliamo entrambi il bene dell’altro, siamo fan uno dell’altro. In passato, invece, ho avuto a che fare con competività e narcisismo. In coppia non è così che si deve stare».

L’ossessione più grande che ha qual è?

«Il tennis. Ho iniziato da poco, non so giocare, ma non penso ad altro. Giuro. Mi piace la sua filosofia, è lo sport che più si avvicina alla vita e richiede una concentrazione unica. E ti insegna a perdere con fierezza».

Quando è stata sonoramente sconfitta?

«Tutte le volte che volevo essere super performante e vincente, cosa che mi dava un malessere enorme perché non ci riuscivo mai, era una mia nevrosi che aveva radici nelle carenze dell’infanzia. Quando ho smesso di pretendere questo, grazie all’analista, tutto è andato meglio. La vita va dove vuole e non si può controllare tutto».

Lei nel 2009 per una sera è stata a Sanremo come co-conduttrice nel 2009, è vero che nel 2019 l’hanno invitata a cantare?

«Sì, in coppia con Giua e Carla Signoris. Adoro cantare, ma non me la sono sentita».

La lista delle rivincite è lunga?

«Diciamo che ce l’ho ed è una lista mirata. Piccola. In passato era un po’ più lunga». 

In passato ha anche detto che le piaceva andare nuda in spiaggia e l’avrebbe sempre fatto: conferma?

«Magari. Mi piacerebbe, ma da madre come faccio?».

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