Mostra di Venezia, Caterina Murino: «Femminismo? Preferisco una rivoluzione gentile»

Mostra di Venezia, Caterina Murino: «Sono una madrina doc perché parlo al mondo»
di Gloria Satta
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Martedì 29 Agosto 2023, 06:33
Ormai anche i suoi gatti Ilithya e Hercule l'hanno imparato a memoria: è il discorso che Caterina Murino terrà al Lido domani sera, all'inaugurazione dell'80esima Mostra, e che in questi giorni continua a ripetere senza sosta. «Sto massacrando tutti, dagli amici al fidanzato», ride l'attrice, madrina di Venezia 2023 al telefono da Parigi, dove abita da un ventennio. Orgogliosamente sarda di origine e poliglotta, 45 anni, carattere schietto e bellezza abbagliante, una carriera internazionale iniziata nel 2006 grazie al ruolo di Bond Girl in Casino Royale accanto a Daniel Craig, Caterina gira film in tutto il mondo, dalla Cina alla Russia, dal Canada al Sudamerica, disegna gioielli ispirati alla sua Sardegna, appoggia le campagne animaliste e non si risparmia le sfide: il 14 settembre a Parigi tornerà in palcoscenico per interpretare, in francese, la commedia poliziesca Piège pour un homme seul. Intanto, si prepara alla Mostra dove domani vestirà Armani e nelle serate successive gli abiti di altri stilisti.
Agitata?
«Più che altro temo di impappinarmi, ma per superare la paura penserò di essere a teatro».
Su cosa sarà incentrato il suo monologo?
«Sul cinema come strumento di conoscenza, educazione e non solo intrattenimento, sugli 80 anni della Mostra, sulla solidarietà allo sciopero degli attori americani. Per la parte istituzionale mi sono affidata alla Biennale, di mio ci ho messo qualche taglio: se la tiri troppo in lungo nessuno ti ascolta più».
Che ha provato quando le hanno proposto di fare la madrina?
«Sorpresa. Non me lo aspettavo, ero in lizza con altre 10 attrici, alcune delle quali più giovani di me. Si tratta di un grande onore e al Lido spero di essere una brava padrona di casa, ruolo che nella vita svolgo piuttosto bene».
Perché pensa di essere stata scelta?
«Deve aver giocato la mia carriera internazionale. Ho la fortuna di lavorare in tutto il mondo, cosa che mi permette di conoscere da vicino usi e costumi dei vari Paesi. È un privilegio di cui vado orgogliosa».
Si sente sottovalutata dal cinema italiano?
«Ma no! Recentemente ho girato tre film, opere prime di qualità: Generazione Net di Andrea Biglione, Good Vibes di Janet De Nardis, The Opera di Davide Livermore accanto a Vincent Cassel e Fanny Ardant. In passato ho lavorato con Pieraccioni e Corsicato, arriverà il giorno in cui un altro regista importante mi offrirà un bel ruolo. So aspettare».
La sua schiettezza l'ha mai penalizzata?
«Mia madre sostiene di sì, ma io non ce la faccio proprio a non dire quello che penso».
È giusto che, in nome della parità, il prossimo James Bond sia una donna?
«Bisogna stare calmi. Emancipazione e difesa dei diritti vanno benissimo, ma 007 deve rimanere maschio come l'aveva immaginato Ian Fleming. La produttrice della saga Barbara Broccoli ha già promosso l'evoluzione della Bond Girl, sempre meno decorativa e più personaggio. Accontentiamoci».
Il femminismo sta esagerando?
«È pur vero che per sanare gli squilibri bisogna far rotolare qualche testa, ma preferisco la rivoluzione gentile, intelligente».
Farà dei ritocchi estetici, quando ce ne sarà bisogno?
«No, senza giudicare chi ricorre alla chirurgia, non farò mai nulla per sembrare più giovane. Intendo accettarmi per quella che sono, anche se il tempo passa. Dobbiamo emanciparci dalle aspettative che la società ripone nell'immagine femminile».
Qual è stata per lei l'esperienza più formativa?
«Il film su James Bond che mi ha insegnato a comunicare, mentre recitare in teatro mi ha resa più forte. E grazie alla miniserie Deep, ho imparato ad immergermi in apnea».
È rimasta in contatto con Craig?
«Con lui no, ma sono ancora amica di Barbara Broccoli. Aveva già comprato il biglietto per venire alla serata d'inaugurazione della Mostra, all'ultimo ha dovuto rinunciare per un impegno di lavoro».
In cosa si sente sarda?
«In tutto, e cerco di dimostrarlo ogni volta che posso. Disegno gioielli in filigrana che, realizzati da artigiani della mia terra, si vendono in tutto il mondo e ho recentemente fatto la voce narrante nella campagna contro l'abbandono degli animali promossa dall'artista cagliaritana Carolina Melis, con musica dei Tazenda».
Da chi sarà accompagnata a Venezia?
«Dal mio fidanzato Edouard, avvocato. Stiamo insieme da 7 anni, mi sostiene in tutto. È quello giusto».
 
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