Sentenza per la morte di Desirée Mariottini, la mamma: «Nessuna giustizia per mia figlia»

Sentenza per la morte di Desirée Mariottini, la mamma: «Nessuna giustizia per mia figlia»
di Monica Forlivesi Elena Ganelli
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Domenica 20 Giugno 2021, 09:53 - Ultimo aggiornamento: 10:02

La prima cosa che ha detto la mamma di Desirée è stata: «Mi aspettavo una sentenza diversa, non ho avuto giustizia». Barbara Mariottini ha ascoltato la lettura del verdetto con la quale sono stati condannati quattro uomini, accusati di aver drogato, ucciso e stuprato sua figlia, una bambina o poco più. L'accusa aveva chiesto il carcere a vita per tutti gli imputati. Dopo nove ore di camera di consiglio la terza Corte di Assise di Roma ha emesso la sentenza nei confronti dei quattro nordafricani accusati della morte della 16enne di Cisterna, devono rispondere di omicidio volontario, violenza sessuale aggravata e cessione di sostanze stupefacenti a una minorenne.

Barbara Mariottini è distrutta: «Mi aspettavo una sentenza completamente diversa, mi aspettavo il carcere a vita per tutti. Sono arrabbiata. E quelli escono pure». È la reazione della madre della ragazza appena uscita dall'aula bunker di Rebibbia. I condannati all'ergastolo sono Mamadou Gara e Youssef Salia, Alinno Chima è stato condannato a 27 anni e Brian Minteh a 24 anni e sei mesi. È quest'ultimo che uscirà dal carcere per scadenza termini di custodia cautelare. «Non doveva andare così - ha detto tra le lacrime la mamma di Desirée - uno degli assassini di mia figlia è libero, non è la giustizia che mi aspettavo». La donna ha accusato anche un lieve malore, si è accasciata sui gradini e poco dopo è riuscita a rialzarsi ma era fortemente scossa. Questa mattina è arrivata però la notizia che Minteh non uscirà dal  carcere, all'uomo è stata infatti notoficata in queste ore una nuova ordinanza cautelare per l'accusa di omicidio della minorenne.


I pubblici ministeri Maria Monteleone e Stefano Pizza avevano chiesto per tutti la condanna all'ergastolo con l'isolamento diurno per un anno e interdizione perpetua dai pubblici uffici oltre all'interdizione legale.

Il verdetto è arrivato alle 23 nell'aula bunker di Rebibbia dove c'erano ad attendere la mamma della ragazza, Barbara Mariottini, il padre Gianluca Zuncheddu, la nonna e le due zie materne, tutti costituiti parte civile rispettivamente con gli avvocati Maria Belli, Oreste Palmieri, Maria Teresa Ciotti e Claudia Sorrenti. L'udienza di ieri si era aperta con le repliche dei pm, poi delle parti civili e infine dei legali dei quattro imputati e poco dopo le 14 la Corte è entrata in camera di consiglio dove è rimasta per nove ore prima di stabilire la pena per la morte della ragazzina di Cisterna alla quale gli imputati avrebbero somministrato un mix di sostanze stupefacenti per poi stuprarla a turno e abbandonarla nell'edificio di via dei Lucani a una lunga agonia che si è conclusa con la morte della ragazzina. I responsabili avrebbero inoltre impedito ad altre persone presenti di chiamare i soccorsi che avrebbero potuto salvarle la vita.


Ieri, dopo che i giudici sono entrati in camera di consiglio, alle 14, si è consumata una lunga ed estenuante attesa per la famiglia della vittima. Alle 23 quando è stato letto il verdetto sono scoppiate le lacrime di una famiglia spezzata dal dolore due anni e mezzo fa, da un dolore che non si potrà mai superare. Un delitto atroce, senza nessuna pietà per Desirée, che era solo una bambina.

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