Coletta e il bilancio di fine mandato: «Restituita pari dignità ai cittadini»

Coletta e il bilancio di fine mandato: «Restituita pari dignità ai cittadini»
di Andrea Apruzzese
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Martedì 22 Giugno 2021, 05:02 - Ultimo aggiornamento: 09:21

 «Abbiamo ridato al cittadino la percezione che si viene trattati tutti allo stesso modo». Con questa frase il sindaco di Latina, Damiano Coletta, ha sintetizzato i suoi cinque anni di mandato, nella presentazione del bilancio, ieri, presso i giardini comunali.
 Una celebrazione, alla presenza dei suoi assessori, attuali e precedenti, dei suoi consiglieri comunali, dei vertici del Pd, partito alleato alle prossime elezioni, dei rappresentanti delle associazioni di categoria. Un evento, dettato dalla legge: il bilancio di mandato è infatti un documento previsto per norma, che deve essere pubblicato e illustrato. Coletta lo ha fatto così, all'aperto, con il distanziamento, il contingentamento, ma anche con tanta emozione, che traspariva dalla sua voce. Prima di lui, erano saliti sul palco, a raccontare la Latina di questi 5 anni, moderati dalla giornalista Francesca Balestrieri, Marianna Frattarelli e Sofia Salvati, ideatrici di un progetto di laboratorio di pelletteria per l'inclusione di donne vittime di violenza; Davide Giuzzi e Serena Ionta, tra i ragazzi dell'Economy for Francesco di Assisi 2000, per parlare di città e diritti; Paola Cosimi, general manager di Csc Tours, che ha illustrato il nuovo marchio del turismo pontino. Prima ancora, era stata il vicesindaco, Paola Briganti, a illustrare il concetto di città che Lbc ha avuto cinque anni fa: «Siamo partiti dalla Città dei diritti, abbiamo riorganizzato la macchina amministrativa, formando e valorizzando i dipendenti, e siamo passati attraverso tante parole chiave, trasversali ai servizi e agli assessorati, giungendo alla cura del singolo e del patrimonio di tutti. Siamo partiti da un progetto e dalle competenze: e se non le trovavamo in noi, non ci siamo fatti scrupolo di andare a cercarle all'esterno».

LEGALITA'

«La coerenza e la solidità sono il metodo che ci ha consentito di giungere fino alla fine del mandato e di ricostruire un rapporto di fiducia con i cittadini - ha esordito Coletta, intervistato da Egidio Fia - ripristinare la legalità era il primo dettato che ci eravamo posti, dato che una parte di città era imbrigliata in un rapporto con la criminalità. Abbiamo liberato la città da quel sistema, abbiamo ridato equità, pari opportunità, agendo sui regolamenti e sulla standardizzazione delle procedure». Altra parola chiave, la «sostenibilità, che è non solo ambientale, ma anche economica, per tutti i progetti avviati, e antropologica, ovvero quella della persona rimessa al centro, del nessuno lasciato indietro, di una visione nuova dei servizi sociali».
Poi, il tema dei rifiuti, della nascita di Abc, «di una scelta che condiziona tutti, fatta in itinere e non preordinata», e di «quella sentenza del Consiglio di Stato che ci ha dato ragione: ne vado fiero. Altri sindaci oggi mi chiedono come procedere sulla strada dell'azienda speciale. Il porta a porta si sta dimostrando vincente, e abbiamo salvato 150 posti di lavoro». Quando gli si chiede quale sia la cosa di cui va più fiero in questi cinque anni, è proprio «l'aver visto la commozione di 50 lavoratori interinali che abbiamo stabilizzato, in un periodo come quello della pandemia». E poi il Tpl, «una gara affidata dopo 14 proroghe».
Anni di mandato segnati, nell'ultima fase, anche dalla pandemia che gli ha fatto capire «la sintesi del ruolo del sindaco in una collettività. L'abbiamo vissuta sulla nostra pelle, con tanti lutti, senza sapere se ci fosse un domani. In questo, mi è stata di aiuto la mia esperienza professionale».
Andrea Apruzzese
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