«I sindaci e la Provincia di Latina decidano entro l'1 maggio in merito allo smaltimento dei rifiuti, altrimenti lo farà la Regione esercitando i poteri sostitutivi, e tutto questo sarà attenzionato dalla Procura della Repubblica, dato che la vicenda sarà oggetto di comunicazione da parte della Regione». Ora non c'è più tempo, e l'assessore regionale ai Rifiuti, Massimiliano Valeriani, lo dice chiaramente, ai primi cittadini della Provincia di Latina, traendo spunto dalla ordinanza emessa l'1 aprile per evitare un'emergenza rifiuti nella capitale. I primi cittadini hanno quindi 20 giorni di tempo, per stabilire il sito (o anche più di uno) per lo stoccaggio del secco residuo derivante dalla lavorazione dell'indifferenziato, dopo che il dibattito si è arenato in seguito al parere tecnico negativo di Latina sul terreno della Migliara 45 accanto alla Plasmon.
IL PIANO
Valeriani ricorda che «il piano regionale dei rifiuti, approvato nell'agosto 2020, stabilisce in maniera netta l'autosufficienza di ogni ambito territoriale per gli impianti di smaltimento, ovvero per Latina è necessario avere uno o più siti di smaltimento, perché questo è un elemento di garanzia dell'equilibrio del sistema.
IL COMMISSARIAMENTO
«Il commissariamento deciso dal Tar in seguito al ricorso di Rida Ambiente è il frutto di quello che sto dicendo, è stato nominato a fronte di una inadempienza, e deve certificare la soluzione impiantistica. Il tema ora è un altro: sono finite le stagioni di chi prolungava all'infinito il problema, va risolto in questo istante, abbiamo una situazione regionale in piena emergenza, è il dovere di tutti assumersi le proprie responsabilità».
LA PROCURA
Valeriani non si limita solo a dettare l'ultimatum del 1° maggio, ma si spinge oltre: «È necessario che chi governa i Comuni più importanti e la Provincia si assuma per intero la responsabilità, altrimenti lo faremo noi, e tutto questo sarà attenzionato dalla Procura della Repubblica, sarà comunque oggetto di comunicazione da parte nostra, qui li tema non è chi fa e chi non fa, ma chi dovrebbe fare e non fa e costringe a esercitare i poteri sostitutivi. Noi non ci sottraiamo, ma è chiaro che c'è un'omissione di responsabilità».
BORGO MONTELLO
La Regione potrebbe decidere di utilizzare Montello? «È chiusa come ipotesi, non è più tra le discussioni, è definitivamente archiviata, non c'è più. Ma non può essere il paravento per non decidere dove mettere l'indifferenziato che non può andare in giro per il Lazio o per l'Italia, aggravando i costi pagati dai cittadini in tariffa».
Secondo lei, tra i sindaci della Provincia di Latina si è verificato un effetto nimby (non nel mio giardino)? «È evidente che si sia prodotto il nimby».
LA LEGGE SUGLI ATO
Il presidente della Provincia, Carlo Medici, insiste nel chiedere la legge regionale di definizione degli ato. A che punto è la questione? «La legge sugli ato esiste; certo va rinnovata e aggiornata, tanto che entro due settimane il Consiglio la approverà, ma anche questo non può essere un alibi. I membri dell'Ato sono gli stessi sindaci del Consiglio provinciale, della conferenza dei sindaci, non è che l'ato cambia la scenografia. È sicuramente un tema importante che fa parte della programmazione regionale, ma non è che a Latina si è diversi dalle altre province dove le decisioni sono già state assunte». I sindaci della provincia di Latina valutano anche l'impiantistica pubblica per la frazione organica: la Regione cosa ne pensa? «Siamo talmente convinti che l'impiantistica pubblica sia il punto di svolta del nuovo assetto dei prossimi anni, che abbiamo deciso di finanziarla con 80 milioni di euro, quindi se qualcuno dalla provincia di Latina la vuole, noi ci siamo, ma non si può più parlare in astratto. Mi auguro - conclude l'assessore - che prevalga un senso di responsabilità da parte degli amministratori di Latina, perché dopo tante chiacchiere e simposi, ora è il momento delle decisioni».
Andrea Apruzzese
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