Rifiuti, intesa tra i sindaci: un Ato solo provinciale, impianti pubblici e non inquinanti

Rifiuti, intesa tra i sindaci: un Ato solo provinciale, impianti pubblici e non inquinanti
di Andrea Apruzzese
3 Minuti di Lettura
Sabato 27 Giugno 2020, 09:30

Fuori Anzio e Nettuno dal futuro ambito territoriale ottimale dei rifiuti e dentro i Comuni pontini che oggi ne sono esclusi; stop al trattamento di rifiuti dall'esterno dell'ambito ottimale. Sono alcuni degli emendamenti al Piano regionale dei rifiuti del Lazio, prodotti ieri dalla riunione del comitato ristretto dei sindaci sulla gestione pubblica del ciclo dei rifiuti, e illustrati al termine in una conferenza stampa indetta dal presidente della Provincia, Carlo Medici, insieme ai sindaci di Latina, Damiano Coletta, e Aprilia, Antonio Terra. «Non ci sembra logico includere anche Anzio e Nettuno nel futuro Ato: oggi sono in quello del servizio idrico integrato, ma perché legati da una comune impiantistica. Al contrario devono rientrarci i Comuni del sud della provincia che oggi ne sono esclusi. Proporremo quindi alla Regione la modifica dell'Ato».

Vedi anche >> Saf, iniziato il nuovo ciclo. I rifiuti saranno una risorsa

Analogamente, «dovrà esserci una limitazione al trattamento dei rifiuti nei 5 Ato regionali: se un Ato tratta già il doppio di quel che produce, non devono esserci più impianti del necessario. Ci sono soglie di mutualità, ma ci sarà un limite non superabile». Medici vuole poi «collocare in mano pubblica anche la futura bonifica degli impianti stessi», impianti i cui siti di localizzazione, ha precisato Coletta, «devono avere caratteristiche di compatibilità e temporaneità; lavoriamo inoltre sull'individuazione di possibili ristori». Terra ha poi ricordato che «questo è un tema che da sempre cerchiamo di governare, ma spesso non ci siamo riusciti, lasciando la mano ai privati, e siamo costretti a pagare costi esorbitanti». Abbattere i costi, tutelare l'ambiente e assicurare la continuità del servizio sono i tre obiettivi della scelta della gestione pubblica: un impianto a nord e uno a sud della provincia per il trattamento della frazione umida e siti di stoccaggio del secco residuo, che Medici ancora una volta ha ribadito non essere discariche. «Abbiamo anche il sostegno di Invitalia (società governativa che affianca le pubbliche amministrazioni sui percorsi di gestione dei servizi, ndr)». Scottante il tema dei siti, che, è stato ribadito ieri, non sono ancora individuati. «Prima viene la costituzione dell'ato, poi l'individuazione dei siti», ha chiarito Medici, spiegando che «sono impianti che non inquinano, ovviamente, altrimenti sarebbero vietati. Saranno esclusi tutti i siti sottoposti a vincoli o protezioni, così come i territori già fortemente offesi come Montello, Mazzocchio, La Gogna. Per questo abbiamo chiesto ai Consorzi industriali di individuare siti industriai dimessi, con concorde esclusione dei. La scelta sarà fatta su valutazioni tecniche, e raccomando tutti di non fare di questo un tema di scontro elettorale, siamo qui per fare il bene del territorio».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA