Latina, all'ex Banca d'Italia spazi per i giovani

Latina, all'ex Banca d'Italia spazi per i giovani
di Andrea Apruzzese
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Mercoledì 2 Febbraio 2022, 11:48

Sì a uno studio sull'uso più adatto; sì a un sopralluogo da parte dell'intero Consiglio comunale; sì a un metodo condiviso di ascolto; sì anche a coinvolgere l'assessore all'Urbanistica, Remigio Coco, anche nel suo ruolo di architetto, oltre che di delegato sul tema, per affrontare quello che dovrà essere il destino della Banca d'Italia. Sono solo alcuni degli impegni del sindaco di Latina, Damiano Coletta, assunti ieri nel corso del Consiglio comunale che ha approvato con 17 voti a favore della sua maggioranza e 14 contrari dei gruppi del centrodestra, la mozione presentata da Valeria Campagna sull'utilizzo della ex sede della Banca d'Italia in piazza della Libertà.


UNIVERSITA' E NON SOLO
Una mozione che impegna sindaco e giunta «a utilizzare l'immobile per dare risposte alle esigenze di studio, di aggregazione e culturali dei giovani della città attraverso la predisposizione di aule studio, sale polivalenti, spazi per gli studenti e l'università; trasformarlo in un luogo polifunzionale, di aggregazione e socializzazione, di studio e condivisione, di promozione e avvicinamento alla cultura per tutti i cittadini, affinché diventi un vero e proprio centro culturale attivo della città; a mettere in campo tutte le azioni amministrative necessarie per arrivare ad una precisa progettualità che definisca l'utilizzo puntuale degli spazi e a avviare un processo partecipativo di ascolto». Mozione emendata con due modifiche presentate una da Gianluca Bono (M5S) per la gestione pubblica del bene e una da Giuseppe Coluzzi (FI) per evitare di destinarla a uffici comunali.


NIENTE UFFICI COMUNALI
Il sindaco Damiano Coletta ha chiarito che «la destinazione d'uso sarà quella disegnata nella mozione». Su un eventuale spostamento di uffici comunali, oggi ospitati presso il Pegasol, Coletta ha spiegato che «l'acquisto della Banca d'Italia prevedeva comunque una sostenibilità economica e finanziaria che era legata anche al discorso di cercare di eliminare la locazione passiva di 180mila euro. «Ora però sul discorso di dove allocare gli uffici comunali, ragioneremo su altri spazi che abbiamo».


Bocciata, invece, la mozione presentata da Matilde Celentano (FdI) che chiedeva, oltre all'università, anche di valutare la concessione di spazi per formazione e manifestazioni culturali al Conservatorio Ottorino Respighi e a fare un inventario degli immobili comunali attualmente inutilizzati, che possono ospitare gli uffici comunali.
Ampio il dibattito, da cui è emerso un sostanziale via libera ad allocare l'università alla ex Banca d'Italia, sebbene con accenti diversi: se Valeria Campagna ha elencato le istanze raccolte presso i giovani, che vanno da spazi di studio a spazi di coworking, a luoghi di socialità e aggregazione a biblioteche e sale prova, l'ex sindaco, Vincenzo Zaccheo (LnC), ha parlato di «incubatore culturale» e ha dato un «no totale a metterci gli uffici comunali», ma anche della necessità di «fare un dibattito generale sul nucleo di fondazione, lanciando uno studio per l'utilizzo migliore dell'immobile.

Entro il 2032 occorre fare del nucleo di fondazione una cittadella universitaria». Secondo Patrizia Fanti (FdI) «non possiamo fermarci a facili proponimenti, a questa scelta deve accedere tutta la cittadinanza». Valeria Campagna, capogruppo di Lbc e autrice della mozione ha ricordato dopo il voto che «ho avuto modo di confrontarmi con i ragazzi e le necessità sono molte e non possono essere ignorate. Non è volontà dell'amministrazione allocare uffici comunali nella Banca d'Italia. Parliamo, rispetto al Pegasol, di pochissime centinaia di metri quadri, a fronte di uno spazio complessivo particolarmente esteso (quasi 4mila metri quadri). Pensare infine di allocare nella Banca d'Italia solamente facoltà universitarie vorrebbe dire negare questo spazio alla socialità della nostra cittadinanza».
 

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