Caro-matrimoni, sgravi fiscali ai giovani sposi

Contro il caro-matrimoni sgravi fiscali ai giovani sposi
di Emilio Pucci
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 24 Aprile 2019, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 13:41

Contro il caro-matrimoni sgravi fiscali ai giovani sposi. In tv, al cinema, sul web, continuano a spopolare le scene di sforzesche cerimonie. Lo sposo guarda da lontano l’abito bianco che avanza, atmosfera magnifica, tutto organizzato anche grazie all’aiuto dei genitori della coppia che arriva all’altare per realizzare un sogno. Scene però che ormai si ripetono sempre meno spesso nella vita reale, anche per motivi economici. E se non ci si sposa più ecco che arriva l’aiuto dello Stato. 

Incontra l’ex marito con la nuova compagna: scoppia la rissa e finiscono tutti e tre all'ospedale

Pamela Prati, lo sfogo a Verissimo: «Mi sposo a maggio, le nozze saranno in chiesa»
 





AIUTO STATALE
La mano tesa è della Lega, con una proposta di legge («Le giovani coppie che prediligono il matrimonio civile - questa la premessa - rappresentano circa il 46,9 per cento», anche perché «è una celebrazione meno onerosa rispetto al matrimonio religioso») sottoscritta da più di cinquanta deputati (primo firmatario Furgiele). La proposta di legge prevede semplicemente la possibilità di usufruire della detrazione del 20 per cento delle spese connesse alla celebrazione del matrimonio religioso. 
Quali spese? «Ornamenti in Chiesa, tra cui i fiori decorativi, la passatoia e i libretti, gli abiti per gli sposi, il servizio di ristorazione, le bomboniere, il servizio di coiffeur e di make-up e, infine, il servizio del wedding reporter».
La legge è stata incardinata nei giorni scorsi nella Commissione Finanze di Montecitorio. Tra poco dovrebbe cominciare la discussione. E il partito di via Bellerio ha già quantificato i costi dell’operazione “salva-matrimonio”.

I DATI ISTAT
Si fa riferimento ai dati dell’Istat sul numero dei matrimoni avvenuto nell’anno 2016, ovvero 107.873. Si prevede che la quota massima detraibile per coppia sia pari al 20 per cento di 20.000 euro, «cioè 4.000 euro da dividere in cinque quote costanti». E allora «risulta che la spesa prevista per il “bonus matrimonio” sia pari a circa 431.492.000 euro, «cioè a 86.298.400 euro per cinque rate». 
La copertura finanziaria? «Agli oneri derivanti dall’attuazione delle disposizioni – si legge nel testo -, valutati in 65 milioni di euro per l’anno 2019, in 75 milioni di euro per l’anno 2020 e in 85 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2021, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2019-2021, nell’ambito del programma “Fondi di riserva e speciali”».
Il soccorso pubblico però non vale per tutti. È destinato alle giovani coppie “under 35” che abbiano l’Isee (l’indicatore della situazione economica equivalente) «riferito al reddito dichiarato al 31 dicembre 2018 non superiore a 23.000 euro e non superiore a 11.500 euro a persona».
Inoltre le cerimonie dovranno tenersi in territorio italiano e i beneficiari dovranno essere in possesso della cittadinanza italiana da almeno dieci anni.
 
Come si ottiene la detrazione? Indicando le spese sostenute nella dichiarazione dei redditi. Perciò è necessario «effettuare i pagamenti delle spese con bonifico ovvero con carta di debito o credito» e non è consentito, invece, pagare con assegni bancari o contanti. Bisognerà conservare la ricevuta del bonifico e quella di avvenuta transazione per quanto riguarda i pagamenti, la documentazione di addebito sul conto corrente e tutte le fatture di acquisto, «riportanti la natura, la quantità e qualità dei beni e dei servizi acquistati».
La proposta di legge è composta di due semplici articoli. Ma anche di un lungo preambolo in cui si lancia l’allarme: «Abbiamo assistito, di fatto, a un crollo dei matrimoni religiosi pari a circa il 34 per cento, che in valore assoluto è pari a 54.491 nozze in meno nell’arco temporale di un decennio». 

LA DURATA
Un’indagine del Censis di qualche hanno fa ha addirittura previsto la data della morte dei matrimoni: il 2031. In Italia nel 2016 si sono celebrati 107.873 matrimoni religiosi, di cui 33.250 al nord, 16.598 al centro e 58.025 al sud e nelle isole. Nel 2006 sono stati 162.364, di cui 54.968 al nord, 29.078 al centro e 78.588 al sud e nelle isole.

© RIPRODUZIONE RISERVATA