Guerra fredda negli abissi

Guerra fredda negli abissi
di Flavio Pompetti
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Lunedì 26 Ottobre 2015, 23:44 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 18:08
NEW YORK - Il fronte di una futura e non auspicabile guerra tra le grandi potenze mondiali sarà diviso tra le battaglie sul territorio e quelle su nuove frontiere: dall'immaterialità dell'etere che chiamiamo ciberspazio, agli abissi dell'oceano, dove migliaia di chilometri di cavi a fibra ottica permettono oggi il collegamento globale delle principali attività umane. Un articolo pubblicato ieri dal New York Times denuncia il ruolo che i russi stanno svolgendo nella mappatura dei cavi dalla collocazione più segreta, quelli che gli americani usano per comunicazioni riservate, e che sarebbero attivati in caso di guerra per comunicare a distanza tra il Pentagono e le unità militari.

Contrariamente a quanto accade per il resto della rete di trasmissione sottomarina, quella usata per scopi commerciali, i cavi militari non appaiono sulle carte nautiche né su quelle specifiche per gli addetti ai servizi. Ma le navi di ultima generazione costruite nei cantieri del Mar Baltico sono in grado di identificarne l'esistenza, e i sottomarini a bordo delle navi sanno come raggiungerli, carpire i dati salienti, e se necessario troncarli per infliggere il massimo danno alle comunicazioni.



Il sospetto cade in modo particolare sul vascello Yantar (Ambra), uscito quest'anno dagli omonimi cantieri baltici. Il 3 di settembre la sua presenza era stata segnalata al largo delle coste atlantiche del Canada di fronte alla Nuova Scozia, e nelle settimane successive sulla rotta settentrionale che costeggia gli Usa, fino all'isola caraibica di Turks and Caicos.



GLI INCIDENTI

Lo Yantar è ufficialmente una nave da ricerca scientifica sotto la cui pelle secondo molti analisti, si nasconde il sistema di spionaggio più sofisticato prodotto finora in Russia, e forse nel mondo intero. È in grado di monitorare quanto accade nelle profondità oceaniche, e di elaborare a bordo i dati raccolti. I due sottomarini ospitati nella sua stiva sono anche attrezzati per recidere i cavi? È quanto teme l'ammiraglio Frederick J. Roegge, comandante della flotta pacifica dei sottomarini statunitensi. Non ci sono casi documentati al momento, anche se incidenti sono all'ordine del giorno. La gran parte di essi avviene in prossimità della costa, a causa di un'ancora trainata sul fondo che spezza uno dei cavi. In questi casi la fibra ottica danneggiata appartiene ad una delle società che gestiscono il traffico delle comunicazioni attraverso gli oceani, e sui quali scorre oggi globalmente un volume di affari di circa 10.000 miliardi di dollari al giorno. Avere nelle mani la capacità tecnica di fermare un tale flusso vuol dire avere conquistato il potere di mettere in ginocchio l'intera comunità internazionale, dai mercati finanziari alle comunicazioni tra privati.



LE PAURE

Ma l'aspetto più rilevante per la sicurezza internazionale è quello che riguarda i sistemi militari, i cui cavi giacciono a profondità irraggiungibili da ancore e reti dei pescatori, dove si incrociano gli interessi delle agenzie di spionaggio. Gli americani conoscono bene questa materia: nel 1971 fu un loro sottomarino entrato nel mare di Okhotsk a nord del Giappone a intercettare i messaggi dell'agenzia nucleare sovietica trasmessi su cavo, e ancora oggi dispongono di una loro rete di ascolto. Quello che li preoccupa, come ha detto di recente al Congresso l'ammiraglio Marc Ferguson, comandante della forza navale Usa in Europa, è la rapidità con la quale i russi stanno progredendo in questo campo, con un incremento di spesa nel solo Mar Nero che nell'ultimo anno è stato del 50%.



Il recente attacco in Siria lanciato con missili Cruise a bordo di navi nel Mar Caspio sarebbe stata una prova di fuoco per annunciare la raggiunta capacità tecnologica. Il giornale tedesco Bildt ad agosto ha scritto che la flotta di navi da guerra Yuri Ivanov appena annunciata da Putin sarà composta da navi spia equipaggiate per guerra cibernetica che seguiranno le manovre della Marina americana, e che affiancheranno i lanciarazzi sottomarini, nucleari e non, già dislocati tra il Mare del Nord e la flotta dell'Oceano Pacifico. Presto avranno a disposizione droni sottomarini senza personale a bordo da usare negli attacchi a porti stranieri.



Questa corsa all'armamento non convenzionale ricorda da vicino l'approccio degli anni della guerra fredda. Una guerra che i russi non hanno ancora dichiarato, ma che Putin ha già promesso che avrà un carattere "ibrido", tra la tradizione e il futuro, tra la balistica e l'elettronica.

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