Oracle affonda la Coppa America

Oracle affonda la Coppa America
di Francesca Lodigiani
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Giovedì 2 Aprile 2015, 00:12 - Ultimo aggiornamento: 00:16
ROMA Ci sarà Luna Rossa, cioè l’Italia, nella 35.ma America’s Cup? E quale è il destino dello skipper Max Sirena, del probabile timoniere Checco Bruni e dell’appassionato patron Patrizio Bertelli? E ancora: cosa c’è nel futuro della novantina di uomini che occupano la base d’allenamento di Cagliari, dei progettisti che dal 2014 stanno lavorando alla ideazione dell’AC 62? E che fine faranno le America’s Cup World Series, che dovevano inaugurare a Cagliari, dal 4 al 7 giugno, la marcia di avvicinamento alla Coppa? Domande senza risposta, al momento, perché dal quartier generale di Luna Rossa arrivano cortesi, ma fermi “no comment” dopo la conferma che il Comitato dei Challenger ha deliberato a maggioranza di modificare in corsa le regole del gioco. La 35.ma America’s Cup non si correrà più con i nuovi cat AC 62 la cui progettazione, all’interno di una regola, era appannaggio dei singoli team, bensì, secondo le indiscrezioni di Sailing Anarchy, con dei semi-monotipo più piccoli, probabilmente dei 48 piedi, le cui parti principali, cioè scafi, piattaforma, ala rigida, derive saranno uguali per tutti. L’estro dei team si potrà esibire solo nel design di timoni e foil, elementi certamente fondamentali per la velocità, ma non distinguibili dallo spettatore.

Lo scorso 26 marzo, quando le grandi manovre del defender Oracle Racing di Larry Ellison (portafoglio) e Russell Coutts (comando), si erano delineate, Luna Rossa aveva preso posizione in maniera molto dura. «Se si decide di cambiare le regole in corsa a maggioranza e non all’unanimità Luna Rossa si vedrà costretta a ritirarsi dalla 35.ma America’s Cup», si leggeva nella nota diffusa al mondo in cui si auspicava un chiarimento ufficiale, anche per non compromettere l’organizzazione delle America’s Cup World Series di giugno a Cagliari.



LA DECISIONE

Ma martedì i challenger di Francia, Svezia e Gran Bretagna, la maggioranza del Comitato dei Challenger, hanno però deciso, d’accordo con Oracle, in nome della riduzione dei costi, di accantonare lo scafo scelto da loro stessi nel 2014 e di introdurre un nuovo Classe Coppa America, “eccitante”, sempre “volante”, ma meno costoso, la cui regola sarà resa nota in settimana.



LO SPIRITO

Una decisione che va contro lo spirito ultracentenario della Coppa, che è quello di una sfida, uno contro uno, tra chi sappia progettare, costruire e condurre al meglio una barca che sia la massima espressione anche tecnologica del paese del club che rappresenta. Uno spirito peraltro profondamente stravolto negli ultimi 15 anni proprio da Russell Coutts che dopo aver vinto e portato la Coppa nella sua Nuova Zelanda, e averla difesa con successo, prima si è venduto agli svizzeri e poi agli americani di Larry Ellison. Cosa c’è dietro questa mossa? Sicuramente le difficoltà di Sir Ben Ainslie, l’uomo che fu determinante nella vittoria di Oracle a San Francisco nel 2013 contro Team New Zealand, quando guidò la straordinaria rimonta dall’1 a 8 al 9 a 8. Ainslie, inglese, 4 ori e 1 argento olimpici, ha lanciato una sua sfida benedetta dalla corona, ma non riesce a chiudere il budget. Stessa situazione per i francesi. Inoltre, di fronte a una Coppa meno costosa, potrebbero arrivare un team giapponese e uno tedesco. Anche se questo potrebbe significare la perdita di uno sfidante del livello di Luna Rossa.

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