De Sade, il principe azzurro

De Sade, il principe azzurro
di Francesco Alò
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Sabato 14 Febbraio 2015, 00:23 - Ultimo aggiornamento: 00:24
Il porno non ha sfumature. Il cinema erotico sì: cinquanta, per essere precisi. E diciamo che se anche la trilogia letteraria firmata E.L. James parte dal colore grigio, sarà poi un arcobaleno quello che illuminerà la storia d'amore tra la studentessa di letteratura Anastasia Steele e il ricchissimo magnate Christian Grey. Ma come? Non abbiamo a che fare con sesso sadomaso, guinzagli, frustini e sottomissione? Ma certo signori, solo che questo bondage è leggero, ironico e soprattutto normalizzatore. Il film, poi, è un tripudio chic di divertimento e garbato erotismo softcore alla "Nove settimane e mezzo" lontano dal rozzissimo non linguaggio visivo del porno e dal citato a sproposito "Histoire d'O", diviso in due tra anima letteraria di Pauline Réage pessimista, brutale e per l'epoca sconvolgente seguita dal ben più solare corpo cinematografico firmato Just Jaeckin (non a caso reduce dal garrulo esotismo di Emmanuelle), il quale avrebbe fatto liberare la giovane star Corinne Cléry dal giogo del maschio sadico con un bel finale vendicativo e femminista alla Quentin Tarantino.

Dimenticatevi dunque le 120 giornate di Sodoma, e se proprio volete vedere il marchese De Sade in questo bel filmetto diretto da Sam Taylor-Johnson sappiate che in Cinquanta sfumature di grigio una bella ragazza incontrerà sì un De Sade 2.0, ma poi comincerà a spogliarlo dei suoi vestiti depravati per svelare sotto quei panni sporchi la brillantezza turchese di una splendente calzamaglia da principe azzurro.

FATTA D’ACCIAIO

Proprio così. È quello che inizia a fare già da questa prima avventura cinematografica in una città grigio metallizzata e fallica come e più della New York di "Shame" (grande Annie Lennox che canta "I put a spell on you" tra i palazzi della metropoli come preludio a una storia di amore stregato) la coriacea Signorina Anastasia Steele (cognome traducibile come "fatta d'acciaio") quando intercetta lo sguardo del tenebroso ma educato uomo d'affari Christian Grey. Lui vorrebbe portarla nella sua stanza dei giochi fatti di scudisciate e irresistibili orgasmi pure parecchio dolorosi. A lei basterebbe un "cinemino" il sabato sera e un sesso acrobatico ma terribilmente sano e dolce. Eh già: perché Christian (bravissimo l'irlandese Jamie Dornan a mischiare occhi da pazzo e divertimento da bimbo esaltato per la posizione del missionario) vorrebbe sì essere il dominatore ma prima, contravvenendo alle sue stesse regole, si prende una vacanza dal frustino per sverginare con grazia la tosta Anastasia. Ma perché non prolungare quelle ferie dagli obblighi bondage e vissero tutti felici e contenti? È la domanda alla quale Christian sfugge infastidito perché il passato è traumatico (da lì la fissazione per le botte) e perché: «Io ne ho bisogno».

Se ne stanno sentendo un po' di tutti colori su questo film. Noi consigliamo un gesto veramente estremo: vederlo. Sia perché è un'interessante pellicola erotica per le generazioni di "Twilight" (nella cupezza del ricco sadico c'è un pizzico del fascino del vampiro), sia perché questa brava regista inglese, già autrice di un bellissimo film sul giovane John Lennon ("Nowhere Boy"), sa giocare con l'ironia (Lui: «Ti faccio vedere la mia stanza dei giochi» e lei: «Cos'hai lì dentro... una x-box?») e gli spazi di un mondo tutto sottosopra per la mai sottomessa Anastasia. La trilogia di E.L. James, ben più sconcia rispetto a questa traduzione su grande schermo, ha fatto tornare di moda il bondage e provocato l'impennata di vendite di articoli erotici presso tutti i sexy shop del mondo (100 milioni di copie e traduzione in 52 paesi). La pellicola della Johnson si limita a fare molto product placement e a relegare il momento più duro verso la fine, prima di una chiusa cinematograficamente perfetta dove il movimento fisico traduce i moti del cuore (c'è chi va giù sprofondando a terra e chi resta immobile sulla sua posizione). A questo primo capitolo seguiranno i prossimi due Cinquanta sfumature di nero e rosso. Ci sarà più azione e ritmo thriller. E il passato di Christian verrà finalmente a galla. Per ora ci accontentiamo di aver scoperto una grande attrice figlia d'arte: Dakota Johnson. La sua Anastasia è indimenticabile. Sapete quale fu il ruolo che fece diventare sua madre Melanie Griffith una star? L'attrice porno Holly Body in "Omicidio a luci rosse" di Brian De Palma. Certo che in questa famiglia, se ne vedono veramente di tutti i colori.

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