Primarie, Arturo Parisi: ««No a nuove regole, ma punire i trasgressori»

Primarie, Arturo Parisi: ««No a nuove regole, ma punire i trasgressori»
di Claudio Marincola
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Sabato 12 Marzo 2016, 00:04
Onorevole Arturo Parisi come valuta queste primarie del Pd, con relativa coda polemica? «Nonostante tutto positive. Di primarie domenica scorsa se ne sono svolte in tutta Italia. Quasi tutte partecipate e corrette. Non solo a Roma e Napoli. E anche queste fortunatamente hanno avuto più chiari che oscuri. Se comunque una cosa dobbiamo evitare è il polverone che viene sollevato ogni volta. Sollevato da alcuni per evitare di cercare, denunciare e punire precise responsabilità personali, da altri per squalificare e affossare le primarie. E tornare magari al bel tempo antico delle decisioni prese di nascosto dai capibastone sulla base della forza misurata dai pacchetti di tessere».

Le primarie - lei lo sa bene per essere uno dei padri fondatori dell'Ulivo - sono un tratto distintivo del Pd ma forse avrebbero bisogno di una manutenzione. Così come sono hanno ancora un senso? «Tutto si può migliorare. Ma quando sento manutenzione mi allarmo. Soprattutto quando la chiede chi ne è stato in passato un aperto avversario. Intanto rispettiamo le regole che ci sono e puniamo trasgressioni e trasgressori. Subito, con rigore, e senza appello. Chi crede che le primarie siano il principale segno della democrazia di un Partito che abbiamo chiamato null'altro che democratico lo dimostri subito coi fatti non rinviando a regole ulteriori. Non c'è nulla che abbia danneggiato il partito come i filmati di Napoli o le parole di chi, per giustificare il recente calo dei voti delle primarie di Roma, è arrivato a sostenere che in quelle precedenti su 100 mila votanti 53 mila erano stati trasportati dai capibastone a dorso di cammello».

 

La commissione ha respinto il ricorso di Bassolino. Però il video che mostra l'"aiutino" ai seggi e i galoppini in azione resta. Lei cosa avrebbe fatto? «Aiutino quello di Napoli? La prova provata di un voto così spontaneo dal rifiutarsi di pagare da sé anche un solo euro. Perché non si sono intanto annullati i risultati dei seggi infangati ed espulsi dal partito i responsabili? Diciamo che a Roma le strade erano ancora piene della cacca e della puzza dei cammelli dell'altra volta? E noi ci limitiamo a ironizzare sui "geni" che hanno oggi gonfiato di schede bianche il risultato del voto appena esaltato come finalmente immacolato? Non era forse il caso di punire esemplarmente i cosiddetti birichini?».

Giusto pensare ad una legge che regoli la vita dei partiti come prevede l'art. 49 della Costituzione? «È una cosa della quale si parla e si riparla. Ogni volta purtroppo per spiegare misfatti ancora freschi che sarebbero stati fatti solo per l'assenza di regole. E per giustificare nuove concessioni a chi c'è e nuove esclusioni dalla partecipazione alla politica di chi ancora non c'è».

Fa bene la minoranza dem a chiedere la convocazione di un congresso straordinario? «Premesso che ogni cosa ha il suo tempo, prima bisogna capirsi su cosa è mai un congresso. Se, come penso, e come un tempo è accaduto, non è solo una conta su chi debba comandare ma anche una occasione per confrontarsi e decidere in comune delle cose comuni, ogni giorno che passa invano è un giorno perduto. Chi pensa che il tempo di Renzi sia ormai scaduto non ha che da alzare la mano e cominciare a girare l'Italia tra i cittadini per spiegare le sue proposte. In America Hillary Clinton ha iniziato per tempo. Basta seguirne l'esempio». 
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