Alain Touraine: «Ora Marine Le Pen peserà su tutto
i vecchi partiti sono bloccati»

Alain Touraine: «Ora Marine Le Pen peserà su tutto i vecchi partiti sono bloccati»
di Francesca Pierantozzi
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Martedì 8 Dicembre 2015, 00:10
«Non vincerà le presidenziali, ma Marine Le Pen peserà sulla politica francese dei prossimi anni. E lo sa»: Alain Touraine è più scioccato dalla paralisi dei socialisti e della destra di Sarkozy che dall'avanzata del Fronte Nazionale. A 90 anni, il più grande sociologo francese ha appena pubblicato un nuovo libro, “Nous, sujets humains” (“Noi, soggetti umani”, Seuil), in cui elabora un nuovo pensiero sociale per capire il mondo post industriale. Un mondo nuovo che i vecchi partiti «non sanno più governare».

Davanti al Fronte Nazionale, Nicolas Sarkozy rifiuta qualsiasi compromesso con la sinistra. Fa bene?
«Nella destra di Sarkozy manca da tempo qualsiasi unità, identità e continuità, nelle idee o nelle scelte politiche. Oggi il partito dei Republicains non offre alcuna scelta, è un miscuglio di scelte diverse e contraddittorie».
E questo lascia spazio all'estrema destra?
«Concretamente, la scelta politica fondamentale oggi in Francia, di fronte al successo del Fronte Nazionale, è tra i pro-europei e i “sovranisti”, che sono per le frontiere chiuse. Da quando è arrivato ai vertici della politica, Sarkozy ha assunto tutte le posizioni possibili. Le ha provate tutte: l'apertura a sinistra quando è diventato presidente, poi l'apertura alle idee di estrema destra in campagna elettorale, e adesso ci fa sapere che è contrario a qualsiasi ritiro o desistenza per sbarrare il passo al Fronte Nazionale. Cerca di restare al centro della vita politica, anche se, come nel caso di Tolosa, questa linea significa aprire la porta dell'esecutivo regionale all'estrema destra. Sarkozy non ha più la leadership potente che aveva qualche anno fa».

Le Monde si chiedeva ieri: come abbiamo fatto ad arrivare a questo punto? Che è successo alla Francia?
«C'è una paralisi totale della politica classica, ovvero delle posizioni sui rapporti che devono esistere tra obiettivi economici e obiettivi sociali. Un partito che non ha un programma economico e sociale non è un partito. Socialisti e Repubblicani in Francia sono in questo momento totalmente bloccati: nessuna idea, confusione. Ad occupare un terreno lasciato vuoto arriva il Fronte Nazionale, che con un gesto puramente immaginario sostituisce le proposte economiche e sociali, totalmente assenti dal suo programma, con il discorso sovranista».

È uno choc?
«Lo choc non è l'avanzata del Fronte, che dura da tempo, ma il fatto che acceda a responsabilità politiche. Governare la regione Nord-Pas de Calais significa governare cinque o sei milioni di abitanti, conquistare la Provenza Alpi Costa Azzurra, sono altri cinque o sei milioni di abitanti. Ma attenzione: c'è una differenza fondamentale tra elezioni regionali - locali - e elezioni presidenziali. Immaginate che la Francia dica: esco dall'Europa, come voleva fare a un certo punto Tsipras, in Grecia. Significa un milione di disoccupati in più e un aumento del debito del trenta per cento. Sono convinto che il Fronte Nazionale sia abbastanza forte per fare una campagna presidenziale efficace, che avrà come risultato di aumentare la confusione a destra e a sinistra. Non credo che Marine Le Pen pensi di poter essere eletta presidente della Repubblica, ma sa che può pesare in modo determinante sul potere, in particolare sui voti della destra».

Il partito socialista decide di ritirare i suoi candidati. È il modo giusto per sbarrare la strada al Fronte?
«E' una decisione terribile. Se si toglie la vittoria certa di due candidati (nella fattispecie Marine le Pen e Marion Maréchal Le Pen) che hanno ottenuto più del 40 per cento al primo turno con manovre di apparato, gli elettori voteranno ancora di più Le Pen la prossima volta. Si corre un grosso rischio».

I socialisti hanno perso tutte le elezioni da quando Francois Hollande è stato eletto all’Eliseo. Perché?
«Il partito socialista non esiste più, e da tanto tempo. I socialisti oggi hanno nostalgia di idee che hanno cent'anni. Si parla tanto di unione della gauche per vincere, ma qui si tratta di sostituire una gauche con un'altra, un'epoca con un'altra. Sono passati cento anni dalla definizione degli obiettivi del socialismo. Fino a quando subirà il ricatto di una psicologia di sinistra che continua a dire che l'economia e la giustizia sociale sono in contraddizione perché le classi sono in contraddizione, la sinistra non sarà in grado di governare».
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