Valorizzare i docenti
Sono coloro che fanno fiorire il capitale umano, ossia i nostri ragazzi. Eppure i docenti in Italia sono da sempre scarsamente retribuiti e questo non solo all’inizio dell’incarico ma durante tutto l’arco della carriera. Un boomerang: si causa infatti una scarsa motivazione nel personale. In molti casi è evidente un’insufficiente preparazione nelle competenze digitali a causa anche della mancanza di aggiornamento professionale. Si rende necessaria quindi una complessiva riqualificazione e valorizzazione del corpo docente che passa anche da un sistema di selezione differente e dal coinvolgimento di alte professionalità nell’insegnamento. Uno studio dell’associazione Minima Moralia propone inoltre di riorganizzare la carriera docente introducendo la figura dei “quadri della scuola” per motivare i più dinamici ad assumere ruoli di responsabilità, di coordinamento e formazione ed aggiornamento dei colleghi. Per le mansioni aggiuntive, coloro che saranno selezionati tramite concorso per questa posizione, vedranno un riconoscimento retributivo adeguato.Edifici e internet
Il patrimonio edilizio scolastico è inadeguato, molto spesso vecchiotto, presenta gravi carenze strutturali, anche in termini di sicurezza, e un complessivo ritardo tecnologico. Gli interventi prioritari da attuare dunque riguardano innanzitutto la costruzione di nuovi edifici, per evitare il sovraffollamento; la messa in sicurezza di quelli esistenti, a partire dall’adeguamento sismico; la riqualificazione energetica, per una maggiore efficienza dei consumi e la riduzione della dispersione termica. Un ambiente sano e sicuro è infatti fondamentale per un corretto percorso di apprendimento. Ma le strutture andrebbero anche adeguate alle nuove esigenze didattiche - vedi la Dad - e con laboratori per le materie Stem, per le attività sportive e aule digitali. Per potersi avvalere di tutte le opportunità formative consentite dall’applicazione delle più moderne tecnologie è necessario raggiungere tutti gli edifici scolastici con le infrastrutture di rete digitale e dotarli dei dispositivi adeguati.Orari e calendari
Il problema numero uno per tante famiglie: conciliare gli orari della scuola dei ragazzi con quelli del lavoro dei genitori e con le attività familiari.Il tempo pieno infatti non è garantito per tutti gli studenti e soprattutto non su tutto il territorio nazionale, così come l’accesso agli asili nido. Ciò crea disparità formative fra i ragazzi e un differente impatto sulla gestione familiare, che nella maggioranza dei casi grava sulle donne pregiudicandone l’attività lavorativa. Se consideriamo che la minore incidenza di programmi che comprendano le ore pomeridiane e di strutture per la prima infanzia si presenta al Sud ritroviamo un ulteriore elemento di divario territoriale. Inoltre la rimodulazione del calendario scolastico per la scuola dell’obbligo, prevedendo una pausa estiva ridotta in favore di pause distribuite nell’arco dell’anno, consentirebbe un minore distacco nel passaggio fra gli anni scolastici e una migliore conciliazione dei tempi di scuola e lavoro, così come accade in numerosi Paesi dell’Unione Europea.
Puntare sulle Stem
Il sistema economico, dal mondo dei servizi alla produzione, tende alla completa digitalizzazione dei processi e richiede sempre di più competenze tecniche specifiche, digitali o Stem (acronimo dall’inglese Science, Technology, Engineering and Mathematics) soft skills, dal problem solving alle capacità relazionali, e un’adeguata padronanza delle lingue straniere per meglio affrontare i mercati internazionali. La formazione in questi campi è o totalmente assente o insufficiente, o, ancora, riservata a particolari percorsi di studio. Per superare il mismatch, il vero nodo è la mancata corrispondenza, e agevolare l’incontro fra la domanda e l’offerta di competenze è necessario agire sull’integrazione didattica sin dai primi cicli scolastici, sull’incremento dei percorsi professionalizzanti, di secondo e di terzo livello, sulla scia degli ottimi esiti occupazionali degli Its, e sulla revisione del dottorato di ricerca, non indirizzandolo più esclusivamente alla carriera accademica ma all’inserimento nell’impresa di alta formazione.Ricerca e impresa
Nelle linee guida per il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (Pnrr) il governo pone l’obiettivo di arrivare ai livelli di spesa per ricerca e sviluppo della media ell’Unione Europea di 2,06% del Pil. Per fare innovazione è però necessario che siano coinvolti tutti i soggetti interessati, come nei poli di ricerca già attivi sul territorio nazionale che coinvolgono università e imprese. Un sistema che va rafforzato e a questo scopo la Task Force di Colao proponeva la creazione di “Istituti Marconi per la ricerca avanzata”. Il Governo sta inoltre pensando alla realizzazione di Lab Tech e Innovation Ecosystem, luoghi di incontro fra soggetti diversi in grado di fare sinergia e creare innovazione, anche attraverso start up. L’Associazione M&M propone invece di mutualizzare l’esperienza tedesca dei “Fraunhofer” - 70 gli istituti di ricerca già operativi - applicandola con i dovuti correttivi all’intero sistema scolastico per creare continuità fra scuola e impresa, ridare opportunità ai ragazzi e ridurre l’abbandono scolastico.© RIPRODUZIONE RISERVATA