Più “paesi amici” che alleati. Ad ogni modo Mosca e Pechino vanno molto d'accordo. La Cina non ha preso una posizione contro la Russia dopo il conflitto in Ucraina. Ha tenuto le mani libere, strizzando l'occhio al Cremlino. Su questo ci sono pochi dubbi. Fino a poche settimane fa Vladimir Putin è stato l’ospite d’onore alle Olimpiadi di Pechino. Xi Jinping, presidente della Repubblica Popolare Cinese, condivide con lui la teoria dell’accerchiamento da parte dell'Alleanza Atlantica sempre sostenuta dall'inquilino del Cremlino. Questo emerge da un comunicato congiunto che i due firmarono ai Giochi invernali poco più di un mese fa. Spiccava la condanna dei «cinque consecutivi allargamenti della Nato», e l’insistenza sulle «legittime richieste per la sicurezza russa».
Mosca e Pechino, insieme contro la Nato
Inoltre la visione di una Nato troppo aggressiva, non solo in Europa orientale, ma anche nell'Indo-Pacifico è emerso oggi dalle dichiarazioni rilasciate dal ministro degli Esteri cinese Wang Yi: Pechino si dice «pronta ad avere un ruolo di mediazione» nella guerra tra Russia e Ucraina. «Quel che serve per risolvere questioni complesse è mente fredda e razionale invece di gettare benzina sul fuoco, che non fa che aggravare la situazione». «Non importa quanto sia insidiosa la tempesta internazionale, Cina e Russia manterranno la loro determinazione strategica e porteranno avanti la loro partnership strategica globale nella nuova era», ha quindi risposto il ministro a una domanda sulle sanzioni inflitte a Mosca.
I buoni rapporti Russia-Cina
Russia e Cina hanno più di un motivo per mantenere buoni rapporti anche perché condividono più di 4mila chilometri di frontiera. Ma questo è forse l'elemento meno importante. Entrambi condividono un altro progetto, scalzare la leadership economico - militare americana. I primi di febbraio i due paesi hanno annunciato un’“amicizia senza limiti”, che certamente includerà legami finanziari più stretti, dato che la Russia è esclusa dai mercati occidentali. Questo "patto" viene dopo un accordo del 2019 tra Russia e Cina per regolare tutti gli scambi nelle loro rispettive valute piuttosto che in dollari. La guerra in Ucraina accelererà questo processo. Il ministro degli Esteri Wang Yi, nei suoi ultimi interventi pubblici, ha sottolineato che «la Cina rispetta la sovranità di tutti i paesi e la loro integrità territoriale» ma allo stesso tempo ha dichiarato che «le sanzioni (nei confronti della Russia, ndr) non risolvono i problemi».
Il sostegno economico di Pechino
Proprio in merito alle sanzioni il sostegno economico di Pechino a Putin, acquisto di gas e altre materie prime, potrebbe consentire alla Russia di riuscire a fronteggiare e superare le misure punitive adottate dall’Occidente. Questo non significa che la Cina approvi la guerra di Putin. Tuttavia il Dragone ha bisogno delle materie prime e delle armi russe, e vede il paese come una parte fondamentale di un nuovo ordine guidato da Pechino, cosa di cui Mosca è consapevole. «La Cina è il nostro cuscinetto strategico», ha recentemente dichiarato a Nikkei Asia Sergei Karaganov, scienziato politico del Consiglio per le politiche estere e di difesa di Mosca. «Sappiamo che in qualsiasi situazione difficile possiamo farci affidamento per ottenere un sostegno militare, politico ed economico». «La Russia — scrive Ma Xue esperto cinese di geopolitica, ricercatore al China Institute of Contemporary International Relations, legato all’intelligence di Pechino — si è adattata dal 2014 per sopravvivere a dure sanzioni finanziarie. L’America e i suoi alleati europei finiranno per subire i danni dal loro sostegno all’Ucraina. La Russia seminerà odio e sabotaggio della Nato. L’emergenza profughi metterà in crisi l’unità degli europei».