Ucraina, «corridoi umanitari immorali»: ecco perché Kiev rifiuta l'offerta di Mosca

Se i bombardamenti dovessero continuare, secondo l'alto rappresentane dell'Unione Europea Josep Borrell, ci si possono aspettare 5 milioni di rifugiati

Ucraina, «corridoi umanitari immorali»: ecco perché Kiev rifiuta la scelta di Mosca
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Lunedì 7 Marzo 2022, 12:38 - Ultimo aggiornamento: 13:10

Mosca ha dichiarato il cessate il fuoco aprendo sei corridoi umanitari per permettere l'evacuazione della popolazione, ma solo in direzione della Russia Meridionale e della Bielorussia. Una soluzione che l'Ucraina ha respinto, definendola «immorale». Nel pomeriggio comincerà il terzo round di colloqui, mentre la Russia non si è presentata all'udienza che era stata fissata per questa mattina al Tribunale superiore delle Nazioni Unite dell'Aja. Il portavoce del ministero della difesa russo Igor Konashenkov ha annunciato che alle 10 di stamani (le 8 italiane) è stato dichiarato un cessate il fuoco per permettere l'apertura di sei corridoi umanitari: uno da Kiev a Gomel (Bielorussa), due da Mariupol in direzione Zaporizhzhya (sud-est Ucraina) e Rostov sul Don (Russia meridionale), uno da Kharkiv a Belgorod (Russia occidentale) e due da Sumy: uno verso Belgorod (Russia) e uno verso Poltava (Ucraina centrale). La decisione è stata rifiutata dal governo ucraino che ha definito «immorale» la scelta di Mosca di consentire l'evacuazione dei civili solo nella direzione della Russia e della Bielorussia, paese alleato di Mosca.
 

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«Corridoi umanitari immorali», ecco perché 

«Questa - ha detto un portavoce del presidente ucraino Zelensky, secondo quanto riporta la Bbc - è una storia completamente immorale.

La sofferenza delle persone viene utilizzata per creare l'immagine televisiva desiderata». Senza contare che, secondo quanto ha riferito un operatore della Croce Rossa internazionale alla Bbc, i percorsi per l'evacuazione dei civili ucraini da Mariupol sono minati. Dopo un'altra notte di bombardamenti su quasi tutto il paese, con vittime documentate sia fra i militari, sia fra i civili, la Russia sta continuando ad ammassare truppe e mezzi militari alle porte di Kiev, in previsione di un attacco alla capitale. Fra le vittime, Yuri Illich Prylypko, sindaco di Gostomel, cittadina vicina a Kiev e sede dell'aeroporto strategico Antonov, già teatro di scontri. A quanto riferisce il municipio su Facebook, è stato raggiunto da uno sparo «mentre distribuiva il pane agli affamati e medicine ai malati».

Alle 15 di Mosca (le 13 italiane) dovrebbe cominciare nella foresta di Belovezhskaya Pushcha, nella regione di Brest in Bielorussia, dove si sono svolti anche i primi due negoziati, il terzo round dei colloqui fra la delegazione russa e quella ucraina. Colloqui che vengono seguiti con grande attenzione dalle diplomazie di tutti i paesi del mondo, compresa ovviamente l'Italia: per stasera è prevista una telefonata fra il premier Mario Draghi e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Si muove anche la Cina, che assicura amicizia con la Russia, ma si dice pronta a svolgere un ruolo di mediazione. Si cominciano anche a delineare le dimensioni della questione umanitaria dei profughi e dei rifugiati che scappano dalla guerra. Secondo l'Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, il numero delle persone che sono fuggite dall'Ucraina dallo scorso 24 febbraio è salito a 1,7 milioni, un milione dei quali è già arrivato in Polonia. Se i bombardamenti dovessero continuare, secondo l'alto rappresentane dell'Unione Europea Josep Borrell, ci si possono aspettare 5 milioni di rifugiati.

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