Orciano, padre separato in sciopero della fame per i figli e una casa

Orciano, padre separato in sciopero della fame per i figli e una casa
di Luigi Benelli
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Martedì 7 Luglio 2015, 05:46 - Ultimo aggiornamento: 11:21
ORCIANO (Pesaro e Urbino) - Pronto allo sciopero della fame per vedere i figli. Un'altra storia di emergenza abitativa che tra sfratti e impossibilità di avere un alloggio, sta colpendo il territorio in maniera consistente.

Succede a Orciano dove Beppe è costretto a vivere in una roulotte. «Faccio lavoretti saltuari. Arrivo dalla Sicilia, sono separato, ma sono venuto qua per seguire i miei figli. Ma non avendo casa e una residenza vivo senza luce e gas in un vecchio camper. Non ho targa e assicurazione per cui non posso neppure stare in uno spazio pubblico, ma in un terreno privato. Ho chiesto di avere un alloggio popolare, ma non me lo daranno perché non ho neppure la residenza. Quindi ho inviato una lettera al prefetto Luigi Pizzi per chiedere al sindaco di aiutarmi in qualche modo».

La situazione è complicata, tanto che «un addetto comunale deve accompagnarmi alle docce pubbliche perché non ho acqua». La disperazione è tanta, così come la voglia di vedere i figli. «Quale tribunale mi lascerebbe vedere i bimbi nel weekend sapendo che non ho casa? Per questo i prossimi giorni ho deciso che se la situazione non si sbloccherà scenderò a Pesaro e farò lo sciopero della fame davanti alla Prefettura. Ci sono due alloggi popolari liberi qua, perché non posso rientrare in qualche modo? O devo occuparne uno abusivamente? Per il lavoro vado in Francia a fare la vendemmia e in Sicilia a fare l'olio, sono uno che si impegna, ma senza casa non posso vedere i miei figli».

L'APPELLO

È una storia limite, ma in provincia ce ne sono tante, come spiega Pino Longobardi dell'Unione inquilini. «Ogni giorno ci sono telefonate da parte di cittadini (soprattutto italiani) che si rivolgono all'Unione inquilini per avere assistenza in uno sfratto. L'ultima è di stamattina (ieri), con una signora che vive con la madre sotto sfratto. Appoggeremo queste battaglie perché non è più tollerabile lo scarso impegno messo da tutti i servizi sociali a partire dalla Regione sul problema abitativo. Invitiamo tutti i cittadini che vivono criticità sull'abitare di solidarizzare con il signore di Orciano nel momento in cui inizierà la sua battaglia per ricongiungersi ai figli. Qualsiasi comune grande o piccolo che sia deve pensare ai suoi cittadini e ha l'obbligo morale e legale di dare un tetto a chi non può più permetterselo».

I NUMERI



I numeri del 2014 dicono che nel Pesarese gli sfratti eseguiti sono stati 408, in pratica uno ogni 378 famiglie, o più di uno al giorno. «Ma sono solo quelli eseguiti, l'ultimo livello. Perché molti se ne vanno prima di trovarsi l'ufficiale giudiziario davanti alla porta che li obbliga ad andarsene». Numeri in linea con gli ultimi anni di crisi che confermano la situazione di emergenza.

Longobardi critica i «pochi soldi messi a disposizione dallo Stato e dalla vecchia giunta regionale che non hanno dato un beneficio evidente agli sfratti per morosità incolpevole».

A Pesaro hanno risposto in 13 famiglie per ottenere aiuti contro lo sfratto per morosità incolpevole. C'erano a disposizione 98 mila euro. E gli aiuti consistevano in contributi per rinegoziare l'affitto o cercare una nuova soluzione. Ma non in tutta la provincia era attiva questa possibilità.

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