Terracina, uccisero sarto e abbandonarono il corpo in campagna: fidanzati killer condannati a 30 anni

Terracina, uccisero sarto e abbandonarono il corpo in campagna: fidanzati killer condannati a 30 anni
di Laura Pesino
2 Minuti di Lettura
Sabato 29 Settembre 2018, 15:34 - Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 09:39
Trent'anni è la condanna inflitta ai due fidanzati accusati del sequestro di persona e dell'omicidio del sarto romano Umberto Esposito, 82 anni, il cui cadavere venne ritrovato nelle campagne di Terracina il 24 marzo del 2017. Georgeta Vaceanu, 24 anni, rumena, e Fabrizio Faiola, 35enne di Fondi, sono stati condannati ieri mattina nel corso del processo celebrato con rito abbreviato, che consente la riduzione di un terzo della pena, dal giudice per le udienze preliminari Laura Matilde Campoli.

Nella precedente udienza, il pubblico ministero Claudio De Lazzaro aveva chiesto per entrambi il fine pena mai, contestando l'aggravante della premeditazione e quello dell'uso di sostanze venefiche sulla vittima e ricostruendo tutti i particolari del sequestro e della sua morte dell'anziano imprenditore, avvenuta per asfissia meccanica violenta, fino all'abbandono del cadavere nelle campagne de La Fiora. I legali dei due imputati, gli avvocati Maurizio Forte e Benedetta Orticelli, sono riusciti ad evitare l'ergastolo ma avevano chiesto l'assoluzione.

Un delitto macabro e dai contorni inquietanti quello di Umberto Esposito, che da Napoli si era trasferito a Roma e continuava a gestire la sua sartoria specializzata nella realizzazione di divise militari. L'uomo si era allontanato da casa il 14 marzo per recarsi proprio nel capoluogo pontino, dove aveva detto di avere un appuntamento di lavoro. Ma a casa non ha mai fatto ritorno e dopo la denuncia di scomparsa da parte dei familiari erano scattate, su tutto il territorio, le ricerche dell'anziano. Il cadavere era stato poi ritrovato dieci giorni più tardi, legato e incappucciato, in una zona di campagna di Terracina. Le indagini dei carabinieri si erano da subito concentrate sulla giovane donna rumena, di cui l'anziano si era invaghito e che aveva preso a lavorare con sé stipendiandola. L'uomo aveva intestato le quote di una società alla ragazza, poi l'aveva anche fatta beneficiaria di una assicurazione e la vicenda a quel punto era precipitata. La donna e il suo fidanzato hanno sequestrato il sarto dopo averlo sedato con dei sonniferi.

Lo hanno legato e imbavagliato con corde nastro isolante e poi hanno tenuto prigioniero per oltre una settimana fino alla sua morte. Quando i due si sono resi conto che l'82enne era deceduto, hanno cercato di disfarsi del cadavere trasportandolo e abbandonandolo in una zona isolata nelle campagne di Terracina. Intanto i due si erano appropriati del bancomat della vittima, di una carta di credito e del libretto degli assegni e nei giorni successivi al sequestro hanno effettuato prelievi di contanti a Latina e acquisti in un centro commerciale, spingendosi fino al tentativo di incassare due assegni da 25mila euro, estratti dal carnet sottratto a Esposito, in una banca di Fondi. Proprio queste operazioni li hanno però incastrati, portando i carabinieri sulla pista giusta.

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA