Emodinamica, al Santa Maria Goretti di Latina un intervento innovativo contro l'angina

Antonino Stipo
di Vittorio Buongiorno
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Giovedì 11 Agosto 2016, 21:23
Settecento angioplastiche l'anno, di cui 320 su infarto acuto: numeri che fanno del servizio di emodinamica del Goretti il primo nel Lazio e sesto in Italia. Ma evidentemente all'equipe di Antonino Stipo e al personale questo non basta. Tant'è che dieci giorni fa è stato effettuato al Goretti un intervento innovativo (ad oggi ne sono stati fatti una trentina in Italia, la maggior parte al san Raffaele di Milano e uno solo a Roma). «L'impianto di un particolare tipo di stent nel seno coronarico, invece che in una arteria coronarica, per il trattamento dell'angina refrattaria», spiega il dottor Stipo. Cinquantaquattro anni, pontino di nascita, dopo l'università ha lavorato a Roma per 18 anni prima di tornare a Latina con l'allora primario Edoardo Pucci. Attualmente è il responsabile del Servizio di Emodinamica ed è stato lui a guidare l'equipe nell'intervento. Al suo fianco anche Francesco Giannini, cardiologo interventista dell'Ospedale S. Raffaele di Milano, «con cui è in atto una collaborazione». Avrebbe dovuto esserci anche l'inventore, il cardiochirurgo israeliano Shmuel Banai, «ma i tempi non lo hanno consentito».

La procedura è una piccola grande rivoluzione. Fino ad oggi si è sempre intervenuti nei pazienti colpiti da angina con l'inserimento di bypass o con l'impianto di stent, i palloncini che consentono di allargare l'arteria. In questo caso invece «la procedura viene eseguita - racconta Stipo - con il rilascio nel seno coronarico di uno stent di acciaio medicale a forma di clessidra». Una strozzatura «che provoca un lieve aumento della pressione venosa cardiaca. Tale modulazione del flusso in uscita dal cuore, induce una ridistribuzione del sangue ossigenato dai territori ben irrorati a quelli ischemici. Questo rimaneggiamento dei flussi di sangue nel miocardio riduce gli episodi anginosi con miglioramento della qualità di vita».

Il dottor Banai in realtà non ha fatto altro che ripescare una procedura sperimentata positivamente sui cani negli anni Cinquanta da Claude S. Beck (Mount Sinai Hospital, Cleveland, Ohio), ma poi abbandonata. «Oggi - commenta Stipo - l'invecchiamento della popolazione, la diffusione della patologia aterosclerotica coronarica ed i sempre più complessi trattamenti con impianto di stent e bypass aortocoronarici, conducono i pazienti a sopravvivere sempre di più e sviluppare gradi di complessità di malattia sempre maggiori. L'opzione terapeutica di cardiologia interventistica, con la modulazione del flusso nel seno coronarico, mediante impianto di stent specifici, si attesta come una soluzione efficace e sicura».
 
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