La procedura è una piccola grande rivoluzione. Fino ad oggi si è sempre intervenuti nei pazienti colpiti da angina con l'inserimento di bypass o con l'impianto di stent, i palloncini che consentono di allargare l'arteria. In questo caso invece «la procedura viene eseguita - racconta Stipo - con il rilascio nel seno coronarico di uno stent di acciaio medicale a forma di clessidra». Una strozzatura «che provoca un lieve aumento della pressione venosa cardiaca. Tale modulazione del flusso in uscita dal cuore, induce una ridistribuzione del sangue ossigenato dai territori ben irrorati a quelli ischemici. Questo rimaneggiamento dei flussi di sangue nel miocardio riduce gli episodi anginosi con miglioramento della qualità di vita».
Il dottor Banai in realtà non ha fatto altro che ripescare una procedura sperimentata positivamente sui cani negli anni Cinquanta da Claude S. Beck (Mount Sinai Hospital, Cleveland, Ohio), ma poi abbandonata. «Oggi - commenta Stipo - l'invecchiamento della popolazione, la diffusione della patologia aterosclerotica coronarica ed i sempre più complessi trattamenti con impianto di stent e bypass aortocoronarici, conducono i pazienti a sopravvivere sempre di più e sviluppare gradi di complessità di malattia sempre maggiori. L'opzione terapeutica di cardiologia interventistica, con la modulazione del flusso nel seno coronarico, mediante impianto di stent specifici, si attesta come una soluzione efficace e sicura».
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