Per lo studio, retrospettivo durato otto anni e condotto da Giuseppe Seghieri dell'Agenzia regionale sanità e dai suoi colleghi, sono stati analizzati i dati dei ricoveri negli ospedali toscani, dei registri demografici e un database dei pazienti diabetici.
Su circa 3,2 milioni di abitanti sopra i 16 anni (47% maschi), 24.605 sono stati i ricoveri per infarto miocardico acuto, 26.935 quelli per ictus ischemico, 17.628 quelli per insufficienza cardiaca congestizia. Nel dettaglio, i ricoveri per problemi cardiaci sono risultati maggiori come numero fra gli uomini, ma, dopo un aggiustamento per età, il rischio correlato al diabete risultava superiore nelle donne rispetto agli uomini ospedalizzati per infarto, del 34%.
Il gap di genenere si riscontrava dai 45-54 anni ai 75-84anni, ma con la più alta differenza nella classe di età 45-55 anni.
Il gap tra i due sessi valeva anche per ictus e insufficienza cardiaca congestizia, fra 55-64 e 75-84, con un picco nella decade 55-64 anni. I dati sullo “svantaggio” femminile sembrano confermati anche da un'altra ricerca, questa volta cinese, presentata sempre al convegno di Stoccolma.
Si tratta di una revisione sistematica di 19 studi che coprono quasi 11 milioni di pazienti da cui emerge che le donne diabetiche hanno circa il 40% in più di probabilità di soffrire di sindrome coronarica acuta (infarto o angina).
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