Ballottaggio a Terracina, la posizione del Sestante:
"Non appoggiamo nessuno dei due candidati"

Agostino Pernarella
di Rita Recchia
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Giovedì 9 Giugno 2016, 19:39
In previsione del ballottaggio tra Nicola Procaccini e Gianluca Corradini, le altre coalizioni che hanno partecipato alla tornata elettorale del primo turno chiariscono la propria posizione in vista dell'appuntamento del prossimo 19 giugno. Oggi è intervenuto Agostino Pernarella, candidato delle liste civiche del Sestante e Res che non sono riuscite a conquistare un posto in consiglio comunale.

"A scanso di equivoci e per evitare inutili speculazioni, come abbiamo sostenuto prima del voto, non appoggiamo nessuno dei candidati giunti al ballottaggio. Anche se fossero stati altri. Questa la nostra posizione chiara a netta- dichiara Pernarella- Sia chiaro che ognuno dei nostri elettori può decidere liberamente e secondo coscienza se andare a votare e per chi. Non appoggiamo nessuno per due ordini di motivi. Il primo si chiama coerenza che sposa il termine credibilità a cui diamo un altissimo valore. Il secondo si chiama progetto e visione della città. Lo abbiamo portato avanti sempre e comunque partendo da una strategia che ha sempre puntato su una candidatura civica, esterna al quadro dei partiti e sulla quale farli convergere".

Poi Pernarella analizza il voto dello scorso 5 giugno: "Quello che è successo in queste votazioni conferma quanto accaduto 5 anni fa. Un blocco sociale, o se vogliamo chiamarla area di voto, di centrodestra che perde qualche punto percentuale ma rimane altissima e ben solida. Una maggioranza elevata che ha espresso a vario titolo amministrazioni che si sono succedute negli ultimi 15 anni e che hanno prodotto quello che vediamo ogni giorno davanti ai nostri occhi. Dall’altra parte un’area di centrosinistra che rimane saldamente minoritaria, sempre come 5 anni fa e governata dal Pd".

A questo punto chiarisce ancora una volta come la coalizione sia giunta a una candidatura esterna ai partiti: "Avevamo individuato, in tempi non sospetti, una strategia alternativa a quella sempre percorsa per evitare quello che alla fine è successo, e non ci voleva la sfera di cristallo per capirlo, iniziando a ipotizzare uno schema diverso che poggiasse su  una candidatura esterna e quindi non necessariamente del Pd. Lato nostro avevamo identificato un uomo della Procura della Repubblica, un magistrato, in grado di ristabilire un principio fondante di una comunità che è quello della legalità sul quale costruire una città diversa da quella che oggi vediamo. Una scelta forte che avrebbe superato ogni steccato ideologico, qualora ancora ve ne fossero, e sterili incomprensioni personali, e aggregato aree e persone in grado di provare a sovvertire l’esito del voto ipotizzando un ballottaggio tra centrosinistra e centrodestra. Alla fine non siamo riusciti nell’intento ma rimaneva comunque in piedi il senso profondo dello schema. Per questo avevamo più volte chiesto al Pd di sederci intorno a un tavolo, cosa che è stata anche più volte fatta, per ragionare su questa ipotesi. Non c’è stato nulla da fare. Abbiamo ricevuto solo l’invito a fare le primarie di partito quando un progetto politico condiviso che coinvolge chi in un partito non vuole stare parte da ben altre basi".

"Chi oggi dopo il voto si ostina ad analizzarlo solo sotto il profilo algebrico rispetto al nostro risultato continua a commettere lo stesso errore che tra 5 anni lo porterà ad avere lo stesso risultato di oggi, salvo cataclismi politici non individuabili" termina Agostino Pernarella.
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