Fatima, bimba di 3 anni vola dal balcone a Torino. Il compagno della madre, forse ubriaco o drogato: «Non sono stato attento»

L'uomo fermato per omicidio volontario. Per gli investigatori non era lucido

Fatima, bimba di 3 anni vola dal balcone a Torino. Il compagno, forse ubriaco o drogato: «Non sono stato attento»
di Valentina Errante
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Sabato 15 Gennaio 2022, 07:27 - Ultimo aggiornamento: 15:39

Un tonfo e poi le urla disperate di mamma Lucia. Il corpicino di Fatima, 3 anni, era immobile sul selciato, volato giù dal quarto piano. Erano circa le 21.45 di giovedì quando, in un palazzo di via Milano, a Torino, si è consumato l'orrore. Fatima è morta ieri mattina all'ospedale Regina Margherita, dopo un lungo intervento chirurgico. Qualche ora dopo il compagno della mamma, Azar Mohssine, marocchino, 32 anni, è stato fermato. Un provvedimento che conferma i drammatici sospetti delle prime ore, rispetto a una ricostruzione che non poteva reggere: l'uomo, che per primo ha chiamato i soccorsi, è accusato di omicidio volontario con dolo eventuale. Adesso piange e si dispera, secondo gli inquirenti, non avrebbe voluto uccidere Fatima, ma la morte della piccola sarebbe stata provocata dalla negligenza di Mohssine. Forse era ubriaco o drogato. È escluso che la bimba sia riuscita a scavalcare da sola l'alto parapetto.

Fatima cade dal quarto piano e muore a Torino, fermato il compagno della madre. «Omicidio volontario»

Gli inquirenti sperano di ricostruire, attraverso l'autopsia e i rilievi dei periti, la traiettoria della caduta. Nella notte di giovedì, hanno sequestrato il filmato di una telecamera di videosorveglianza, che avrebbe parzialmente ripreso la scena. Secondo la prima ricostruzione, sembra che la piccola fosse salita dall'appartamento dove viveva con la madre, al piano di sopra, dove viveva l'uomo. Al momento della tragedia sarebbe stata in braccio a Mohssine che, non essendo del tutto vigile, potrebbe essersi avvicinato troppo alla ringhiera, forse per parlare con la mamma della piccola. Non è chiaro se i due stessero litigando.
Lucia, italiana di 41 anni, e il suo compagno, insieme a un amico dell'uomo e ad altri testimoni, sono stati portati in questura dove sono stati sentiti per tutta la notte, ma Mohssine non era lucido e non è stato in grado di rispondere alle domande degli investigatori. Urlava e sputava contro i poliziotti. In auto ha battuto i pugni contro il finestrino della volante, «Fatemi uscire, altrimenti ve la spacco». Proprio la mattina della tragedia era stato condannato a otto mesi di carcere per detenzione ai fini di spaccio. «Sono disperato, mi sento in colpa - ha detto ieri agli inquirenti, quando ha saputo che Fatima era morta - è successo mentre Fatima era a casa mia, ma lei, per me, era come una figlia».

 

La disperazione

«Non sono stato attento», ha detto in lacrime, Mohssine.

L'uomo abita al quinto piano della palazzina, mentre la madre della piccola al quarto. «Volevo tanto bene a Fatima e anche lei ne voleva a me». Il trentaduenne, assistito dall'avvocato Alessandro Sena, ha detto di avere scoperto che la bimba era morta quando è stato portato in procura. Ha anche spiegato che giovedì sera non aveva bevuto più di tanto e che ha «perso la lucidità» quando si è reso conto che Fatima era caduta.

Le testimonianze

È stata una dipendente del panificio, che ha il retro sul cortile nel palazzo di via Milano, a scoprire il corpicino. «Avevo appena finito di fare le pulizie - ha raccontato - ho sentito un uomo parlare una lingua straniera e una donna che gli rispondeva in italiano; sembrava una discussione, non un litigio. Poi sono rientrata e ho sentito come un boato, come il tonfo di una cassa d'acqua che cade dall'alto. Sono uscita per dire loro di abbassare la voce e quando ho aperto la porta ho visto la bambina a terra». Piange, Stefania: «La piccola ha fatto qualche respiro, poi un respiro più profondo, il cuore le batteva pianissimo, ho detto al mio compagno di chiamare i soccorsi. Subito dopo è scesa la mamma che continuava a dire la mia bambina, la mia bambina, poi è arrivato il compagno e io ho coperto la piccola, che era fredda, con il mio giubbotto e le sono rimasta accanto. I soccorsi sono arrivati subito e poi è arrivata la polizia». Un mazzo di fiori è stato depositato nel cortile, dove la Scientifica fino a tarda sera ha fatto i rilievi. Attaccato al mazzo un biglietto con la scritta: Ciao piccola, ora gioca felice con gli altri angeli. Rimarrai sempre nei nostri cuori.

«Abbiamo sentito delle urla disumane. Abbiamo guardato giù e abbiamo visto quel corpicino». Sono sconvolti gli inquilini, con le lacrime agli occhi, attraversano il cortile dove è precipitata Fatima. E raccontano la terribile scena di giovedì sera: «Abbiamo sentito le urla strazianti della mamma, che conosciamo, come conoscevamo il suo precedente compagno», dice una donna. «Ci stiamo chiedendo un po' tutti - sottolinea - come avrebbe potuto, una bimba così piccola, scavalcare le ringhiere del ballatoio che sono alte».
I soccorsi sono arrivati immediatamente, ma Fatima, dopo la caduta da circa 12 metri, aveva riportato un gravissimo trauma cranico, un trauma toracico e lesioni ossee multiple. Il lungo intervento chirurgico è tecnicamente riuscito, ma la piccola non ce l'ha fatta.

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