Serie A, le grandi manovre per tornare ai gol

Caputo del Sassuolo esulta dopo un gol: era il 9 marzo, ultima partita di A giocata
di Romolo Buffoni
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Giovedì 9 Aprile 2020, 07:30
“Come si cambia per non morire, come si cambia per ricominciare”, forse andrebbe adottata la vecchia canzone di Fiorella Mannoia come inno della Lega di serie A con tante scuse al maestro Giovanni Allevi e alla sua “O generosa”. Lo stop imposto dalla pandemia ha portato il calcio mondiale a vivere una crisi economica che rischia, come in tutte le altre industrie, di sfociare in un crac epocale. «Se il titolo non venisse assegnato lo capirei, visto ciò che stiamo vivendo», applausi a Mané bomber del Liverpool. Purtroppo non lo capirebbe il mercato visto che è di ieri è la stima catastrofica per la Premier League inglese: rosso di un miliardo di euro se il torneo non dovesse ripartire e concludersi.
LINEE GUIDA
La nostra serie A non fa eccezione. Le cifre non sono quelle inglesi, ma il tracollo finanziario farebbe molto male lo stesso. Per questo, mentre altri sport di squadra come, nell’ordine, rugby, basket e volley, hanno alzato bandiera bianca dando appuntamento alla prossima stagione, il presidente della Figc Gabriele Gravina a parole e nei fatti sta tentando di trovare una via d’uscita, programmando con l’assenso di Uefa e Fifa un per ora ancora ipotetico ritorno in campo. «Se e quando dovessimo avere luce verde per una graduale ripartenza, il mondo del calcio si deve far trovare pronto», ha ribadito ieri il numero uno di via Allegri. Lo ha fatto al termine della riunione (in videoconferenza ovviamente) svoltasi con la commissione medica federale presieduta dal professor Paolo Zeppelli. Sono state presentate le linee guida dalle quali nascerà un «protocollo unitario definitivo» per la ripresa dell’attività, dagli allenamenti alle partite. Ma, per dirla con una frase diventata di moda, “comanda il virus” e allora alla riunione hanno partecipato esperti infettivologi come Roberto Cauda, dell’Università Cattolica, Massimo Fantoni, primario Unità Covid-19 del Gemelli, Walter Ricciardi, componente Oms e consigliere del ministero della Salute, e Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani. Perché la vera incognita non è tanto il ripartire, quanto avere la certezza di finire: cosa accadrebbe se dopo il ritorno in campo dovesse verificarsi anche un solo caso di positività? E’ questa, in fondo, l’obiezione che divide anche la Lega di serie A tra chi vuol fare di tutto per tornare in campo, fazione capitanata dal presidente della Lazio Lotito che comprende Napoli, Roma, Verona, Bologna, Sassuolo e Lecce, e chi la chiuderebbe qui con a capo il Torino di Cairo e che comprende Brescia («Il club vorrebbe evitare di tornare a giocare nel rispetto della triste realtà bresciana», c’è scritto in un comunicato inerente il rimborso agli abbonati), Genoa e Sampdoria (ieri il presidente Ferrero ha ribadito: «Senza tifosi che partita è? Il campionato non può ricominciare»). C’è anche la terza posizione di chi non si espone, ma la Juve ha detto di non volere uno scudetto assegnato a tavolino, mentre l’Inter ha “richiamato alle armi” i suoi stranieri che erano stati lasciati liberi di tornarsene a casa.
FASE DUE
«La ripartenza del calcio è legata alle decisioni del Governo in ordine alla ripartenza della fase due - ha sottolineato il presidente e ad di Sport e Salute Vito Cozzoli -, è quindi un tema di più ampia portata in cui lo sport deve confrontarsi con l’esigenza di salute pubblica più generale». Il protocollo medico che informerà il calcio italiano, quindi, sarà necessariamente basato sui principi di semplicità, fattibilità e attendibilità medico-scientifica, ma non potrà trascurare nessun dettaglio. Definirà il “gruppo squadra” e come seguire clinicamente i componenti della rosa specificando quali esami diagnostici effettuare (test molecolari, test sierologici, esami del sangue generali). Protocollo diverso per coloro già contagiati dal coronavirus: gli esami per chi ha avuto ed è guarito dalla Covid-19 saranno adeguati alla severità della malattia, con particolare attenzione all’apparato respiratorio e cardiovascolare. Tutte queste indicazioni si estendono agli arbitri equiparati ai calciatori. Nella prima fase è passata la “linea Lotito” del ritiro: il “gruppo squadra” infatti dovrà riunirsi in un luogo isolato (centro sportivo), sanificato e rispettoso di tutte le norme igieniche-comportamentali (distanza sociale). E’ la strada, in salita, del ritorno al gol.
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