Sassaiola allo stadio, "graziato" il Ceccano: c'è soltanto una multa

Sassaiola allo stadio, "graziato" il Ceccano: c'è soltanto una multa
di Marco Barzelli
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Mercoledì 5 Aprile 2023, 08:34 - Ultimo aggiornamento: 08:35

Si aspettavano tutti una stangata dalla giustizia sportiva, ma non c'è stata. Anche se la giornata è stata di ordinaria follia: almeno dieci feriti e sicuramente più di cinque denunciati e passibili di Daspo, il divieto di accesso agli eventi sportivi. Praticamente, invece, è arrivata una tirata d'orecchie per la sassaiola scoppiata tra ultras domenica scorsa allo stadio "Dante Popolla" di Ceccano. Niente squalifica del campo per la guerriglia sedata da polizia e carabinieri tra l'uscita e via San Francesco alla fine della gara di Promozione. Il giudice sportivo, mentre la Lega nazionale dilettanti dice «basta» alla violenza negli stadi, si è limitato a due multe certamente non salate: una da 800 euro per il Ceccano calcio 1920 e un'altra da 600 euro per il Roccasecca Terra di San Tommaso. È anche e soprattutto, sia in un caso che nell'altro, «perché a fine gara, mentre le squadre facevano rientro negli spogliatoi - motiva - propri sostenitori, senza venire a contatto per l'intervento delle forze dell'ordine, lanciavano sassi, lattine e pezzi di legno contro la tifoseria avversaria». Sulla società sportiva fabraterna pesa anche altro: «Propri sostenitori, al 23' del secondo tempo - recita il comunicato - facevano esplodere un petardo nelle vicinanze del portiere della squadra avversaria provocandogli momentaneo stordimento. I medesimi, inoltre, lanciavano in campo rotoli di carta igienica». L'arbitro, in entrambe le occasioni, ha deciso di interrompere la partita per qualche minuto. Ancor prima però, alla mezz'ora del primo tempo, era già accaduto perché gli ultras del Roccasecca «lanciavano in campo un fumogeno acceso che costringeva l'arbitro a sospendere momentaneamente la gara». Quand'è finita, gli animi erano ormai infuocati per il raddoppio del Roccasecca, dopo che nel primo tempo era stato concesso e siglato un rigore dubbio. Sono partite parole pesanti, e non solo quello, tra tribuna dei locali e distinti degli ospiti. C'è chi aveva ancora in mente l'andata, giocata sul neutro di Arce, anche lì finita a sassate. Una rivalità che nulla ha a che vedere con lo sport.

LA SOCIETÀ

Il Ceccano 1920, nel mentre, ha espresso «la massima solidarietà e la vicinanza alle persone che domenica pomeriggio sono rimaste ferite nei violenti e inqualificabili scontri avvenuti al termine della gara tra Ceccano e Roccasecca». Il presidente Gianluca Masi e l'intera società rossoblù hanno preso immediatamente le distanze «da questo modus operandi che mina gravemente gli sforzi di società stessa, squadra, dirigenti e staff tecnico. ribadiscono -. E soprattutto ledono la civiltà e la dignità di chi tutte le domeniche viene al Popolla per sostenere i colori della propria città». Resta ferma «la posizione di condanna nei confronti di chi ha deciso di calpestare i valori dello sport, lasciando il calcio in ultimo piano, per sostituirlo con la barbara e cruda guerriglia all'ultimo sangue». Poteva essere una bella giornata di sport e beneficenza, vista la raccolta fondi per Marco Del Brocco, 33enne ceccanese affetto da una malattia rara. È stata, purtroppo, anche tutt'altro: «Questi metodi non appartengono alla nostra società, che anzi vuole tutelare il tifo e il sostegno sano, sportivo e civile - va avanti il Ceccano calcio 1920 -. Nemmeno i nostri ragazzi in campo meritavano una fine così, costretti ad assistere a scene immonde e privati dell'applauso del loro stadio. Oltre 100 anni di storia a tinte rossoblù meritano certamente maggior rispetto». Da qui i ringraziamenti alle forze dell'ordine, «che hanno operato per ristabilire la tranquillità», e le pubbliche scuse «ai tanti residenti che hanno visto rovinato il loro pranzo domenicale». C'è tutto l'interesse, ancor prima della città, di difendere il calcio locale da una minoranza: «Il Ceccano Calcio 1920 è passione, storia, sport, rispetto. Tutto ciò che domenica scorsa è stato calpestato dalle azioni di pochi facinorosi che non rappresentano la società e la stragrande maggioranza del popolo rossoblù».
Marco Barzelli
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