Thomas ucciso nell'agguato, dieci giorni per evitare le scarcerazioni di padre e figlio accusati dell'omicidio

Tra oggi e domani il deposito della sentenza della Cassazione che ha richiesto nuove motivazioni al Riesame

Thomas Bricca, e Mattia e Roberto Toson
di Pierfederico Pernarella
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Martedì 2 Gennaio 2024, 09:11 - Ultimo aggiornamento: 14:59

Oggi o al massimo entro domani sarà depositata la sentenza con cui la Cassazione, pur mantenendo i carcere Roberto e Mattia Toson, ha chiesto al tribunale del Riesame una nuova pronuncia con motivazioni più dettagliate per la permanenza in carcere di padre e figlio accusati dell'omicidio di Thomas Bricca.

L'ANNULLAMENTO

Nelle prossime ore si conosceranno nel dettaglio le ragioni per cui la Cassazione, in risposta al ricorso degli avvocati difensori dei Toson (Angelo Testa e Umberto Pappadia), al termine dell'udienza che si è svolta lo scorso 19 dicembre, ha annullato con rinvio l'ordinanza del Riesame che confermava la misura cautelare in carcere disposta nel lulio scorso dal tribunale di Frosinone per Roberto e Mattia Toson.

Secondo i giudici della Suprema Corte le motivazioni espresse dal Riesame sarebbero state carenti.

Tra oggi e domani, con il deposito della sentenza, si capirà perché. A quel punto il Riesame avrà dieci giorni di tempo per esprimere una nuova pronuncia, quindi entro e non oltre il 12 o il 13 gennaio, a seconda della sentenza della Cassazione verrà depositata oggi o domani. In assenza di una decisione entro quei termini, Mattia e Roberto Toson dovranno essere scarcerati.

LE ALTRE UDIENZE

E prima di quella sentenza c'è un'altra data da segnare. L'11 gennaio. Si terrà l'udienza davanti al gup del Tribunale di Frosinone chiamato a valutare la richiesta dei difensori dei Toson di richiesta di rito abbreviato condizionato alla derubricazione da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale.
Nel frattempo però è stata già accolta la richiesta di giudizio immediato della Procura. Le prove raccolte a carico di padre e figlio sono state ritenute schiaccianti per l'accusa di omicidio volontario, tanto da andare direttamente a processo senza passare per l'udienza preliminare. Il dibattimento davanti alla Corte di Assise di Frosinone si aprirà il 2 febbraio.

Il prossimo mese, quando nel frattempo sarà trascorso un anno dall'omicidio di Thomas Bricca, sarà quindi decisivo per capire quale piega prenderà la vicenda giudiziaria dei su presunti assassini, Mattia e Roberto Toson. I familiari della vittima (la madre e lo zio rappresentati dall'avvocato Nicola Ottaviani e il padre rappresentato dall'avvocato Marilena Colagiacomo) hanno espresso già il loro disappunto per eventuali scorciatoie che consentirebbero ai due accusati una riduzione della pena. La famiglia del 19enne chiede una condanna esemplare.

LA RICOSTRUZIONE

Il delitto quasi un anno fa, il 30 gennaio scorso, nel cuore del centro storico di Alatri. Erano circa le 20.30. Un scooter T-Max 600, con a bordo due persone con il casco integrale, piombò nel parcheggio sottostante una scalinata dove si trovano alcuni ragazzi. Da una distanza di circa 30 metri, da un revolver calibro 38, partirono due colpi. Uno andò a vuoto, l'altro centrò in testa Thomas Bricca. A sparare, secondo l'accusa, è stato Mattia Toson, 22 anni, (il giovane aveva dimestichezza con le armi e si allenava al Poligono) mentre il padre Roberto, 47 anni, ex agente di polizia penitenziaria, era alla guida dello scooter.

Ai due, in carcere dallo scorso 18 luglio, il sostituto procuratore Rossella Ricca, sulla base delle indagini svolte dai carabinieri, contesta l'omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi. Per Roberto Toson anche l'aggravante di aver violato le misure di sorveglianza speciale a cui era stato sottoposto per altri reati. Ai due viene contestato pure il delitto per uno scambio di persona. Il bersaglio dell'agguato era Omar Haudy, 20enne di Alatri di origini marocchine, che quella sera si trovava accanto a Thomas e come la vittima indossava un giubbotto di colore bianco.

L'agguato, sostiene la Procura, era una rappresaglia dopo le risse che erano avvenute nel weekend precedente all'omicidio. Scontri forse legati allo spaccio. La domenica il gruppo di Omar, per vendicarsi dell'aggressione subita il sabato da parte dei Toson, aveva picchiato e buttato giù da una scalinata Francesco Dell'Uomo, fratello per parte di madre di Roberto Toson. Un affronto che meritava la giusta punizione.
 

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