Delitto di Thomas, l’amico: «Non vado più ad Alatri»

Delitto di Thomas, l’amico: «Non vado più ad Alatri»
di Pierfederico Pernarella
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Giovedì 1 Febbraio 2024, 09:10 - Ultimo aggiornamento: 09:54

 

Morire uccisi a 20 anni. Prima Emanuele Morganti, poi Willy Monteiro Duarte, ora Thomas Bricca. Nel giro di 7 anni, per la terza volta, il tribunale di Frosinone sarà chiamato a celebrare un processo sulla morte violenta di un giovane per mano di altri giovani. Una sequenza che mette i brividi e che ha lasciato ferite profonde.
Adem, 22 anni, era uno dei migliori amici di Thomas. Abita nel suo stesso quartiere, alle Civette. «Ancora me lo ricordo quel giorno, stavo a casa, mi chiamarono per dirmi quello che era successo e mi precipitai al Girone: vidi Thomas allungato per terra, fu uno choc», racconta il ragazzo. «Abitando vicino, uscivamo sempre insieme - prosegue Adem - Ero per lui una specie di fratello maggiore. Era un buono, una persona solare, cercava sempre di risolvere i problemi degli altri, ti ascoltava, anche se aveva di fronte qualcuno cattivo. Ora vedo spesso sua madre passare sotto casa mia, ha lo sguardo spaesato, una scena che mi tocca ogni volta, non vorrei vedere nessun'altra madre in quella situazione. Qquella tristezza, che nessuno può capire, non l'augurerei nemmeno a chi ha ucciso Thomas».
Da quel giorno Adem ha deciso di non uscire più ad Alatri: «Vado altrove, tornare in quel luogo, al Girone, mi fa impressione, ogni tanto provo ad andare al cimitero». Adem non si spiega da dove sia arrivata la follia che ha armato gli assassini del suo amico: «Le persone arrestate erano conosciute per le loro prepotenze, la situazione stava sfuggendo di mano, c'erano continue risse, ma sparare in mezzo ai ragazzini è qualcosa a cui nessuno di noi poteva pensare, dopo un anno ancora non ci credo. Già la vicenda di Emanuele Morganti ci parve impensabile, figuriamoci con gli spari. La cosa che mi fa rabbia è vedere che tanti ragazzini sono tornati a fare le cose di prima, a trascorrere i pomeriggi senza fare nulla, fumando spinelli e vedendo video, abitudini che ad esempio a me in passato hanno portato sulla cattiva strada. A 14-15 anni dovresti fare altro, mancano punti di ritrovo, c'è solo la strada».

IL SINDACO

Sarà per questo che c'è un ragazzino un po' più piccolo, di 10 anni, che ogni volta che incontra il sindaco Maurizio Cianfrocca, gli chiede a che punto è il progetto di riqualificazione del Girone, il luogo in cui è stato ucciso Thomas. A rivelarlo è lo stesso primo cittadino di Alatri. Il progetto prevede di riportare l'area in cui ora c'è un parcheggio alle sue origini, quando in quel posto sorgeva un campo da basket della squadra locale. «Io dico a quel ragazzino che stiamo facendo il possibile per portare a termine il progetto in tempi brevi, burocrazia permettendo. Era un'opera prevista prima della vicenda di Thomas, ma è chiaro che ora assume un significato diverso: sarà un luogo di aggregazione in cui i giovani potranno trascorrere del tempo in maniera spensierata».
Il sindaco però aggiunge: «Alatri non è una città violenta. Come ovunque c'è una sacca di giovani che si rifugia in percorsi strani, però ce ne sono tantissimi altri che si fanno valere, che hanno raggiunto traguardi importanti nello studio e nella professione e quindi dobbiamo fare in modo che questi giovani siano sempre di più e siano sempre di meno quelli che prendono strade diverse».
Il sindaco alla fiaccolata non ha retto alla commozione: «Ho sentito sulla mia pelle questa vicenda come se fosse un figlio, a distanza di un anno ho rivissuto tutto quello che è stato quella sera quando mi telefonarono per dirmi che avevano sparato ad un ragazzo. Rimasi allibito, nessuno poteva pensare che sarebbe accaduta una cosa del genere. Da quel momento è iniziato un calvario per quanto riguarda l'aspetto sociale, abbiamo cercato di rialzarci. Prima Emanuele Morganti, poi Thomas. Non sarà facile, ma ce la metteremo tutta».

L'AMAREZZA

È invece amaro il bilancio di Gianmarco Ceccani, l'amico d'infanzia di Emanuele Morganti, che la notte dell'omicidio tentò di difenderlo dai suoi aggressori: «Agli assassini di Emanuele hanno dato solo 14 anni, hanno ucciso un ragazzo stupendo, dall'anima pulita, che si faceva a pezzi per gli altri, nessuno come lui amava la vita. Ho l'impressione che Alatri lo abbia dimenticato, per carità sono passati alcuni anni, ma non se ne parla più. È stato fatto poco, servono più progetti per allontanare i giovani da giri poco puliti.
Al posto di Emanuele, così come di Thomas, poteva esserci chiunque».

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