Ceccano, il concerto in memoria del “Cescko”: «Eri lì in mezzo a noi»

L’evento “In memoriam” a quindici anni dalla scomparsa del giovane musicista Francesco Alviti. Ha suonato la banda giovanile di Ferentino, quella in cui esordì alle percussioni. Ha cantato sua madre, il soprano Vittoria D’Annibale. Poi la lettera a cuore aperto: «Grazie per essere stato con noi, seppure solo 22 anni».

Il concerto in memoria di Francesco Alviti, giovane musicista scomparso 15 anni fa
di Marco Barzelli
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Domenica 25 Febbraio 2024, 18:17 - Ultimo aggiornamento: 18:18

«È stato bello perché tu eri lì in mezzo a noi», posta via social la banda giovanile di Ferentino dopo l’evento “In memoriam” tenuto a Ceccano per il quindicesimo anniversario della morte del giovane musicista Francesco Alviti.

È il complesso in cui “Il Cescko”, il suo nomignolo, iniziò a suonare le percussioni.  La sua banda, tra tante emozioni, si è esibita nella collegiata di San Giovanni. Ha cantato, in seno al coro “Josquin Des Pres”, anche sua madre: il soprano Vittoria D’Annibale.

Ha poi scritto una lettera a cuore aperto: «Figlio amato, grazie per essere stato con noi, seppure solo 22 anni». Una malattia incurabile, purtroppo, se lo portò via il 23 febbraio 2009. Ma c’è una rassegna musicale in estate, il “Festival Francesco Alviti”, che riesce a trasformare ogni anno morte e dolore in vita e gioia.

La lettera di Vittoria, la mamma del Cescko

Ora, però, è stato il tempo della commemorazione. «Francesco, figlio amato - scrive Vittoria D’Annibale -.

Stasera non posso non scrivere qualcosa. Angelo mio, ci manchi, ma stasera a messa c’era un pezzo di paradiso a San Giovanni. La chiesa piena, assemblea composta, i ragazzi della banda di Ferentino in silenzio, una celebrazione sentita da tutti».

«Sicuro c’era il tuo zampino - continua -. La musica è andata da sola, dalla prima nota all’ultima. Parenti, amici, conosciuti e non, comunità ceccanese e di altri paesi. Sembrava di essere al giorno del tuo funerale. Un silenzio ed una partecipazione spirituale intensa».

Ringrazia il parroco don Tonino Antonetti, nonché don Simone, e tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita di «questo momento intenso pieno di amore e sofferenza». Parole ampiamente condivise da Pietro Alviti, padre di Francesco, insegnante come la moglie, già vicepreside del liceo scientifico di Ceccano. 

«Grazie Francesco, aiuta i nostri giovani»

Una famiglia, la loro, profondamente credente. È allargata guardando i tanti cari amici che gli hanno dedicato un’associazione culturale. A Francesco Alviti sono intitolate anche l’Aula 1 del conservatorio “Licinio Refice” di Frosinone e l’aula magna del liceo fabraterno. Era allievo del percussionista Antonio Caggiano, compositore del conservatorio romano di Santa Cecilia e “Leone d’argento della musica”.

«Come dice il vangelo e afferma Papa Francesco, quando soffri, lavati il viso, asciuga le lacrime, profumati il capo e sorridi - continua -. In ogni famiglia c’è una croce da portare, e noi cristiani dobbiamo portarla con fierezza coraggio, carità, amore e speranza che un giorno torneremo insieme».

«Io ne sono certa e ti ringrazio perché la tua presenza è viva, la sento in ogni momento - conclude Vittoria D'Annibale -. Grazie Francesco. E, come ha detto don Tonino, aiuta i nostri giovani. Grazie per essere stato con noi, seppure solo 22 anni».

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