Le quasi 190 mila candidature arrivate all’Agenzia delle Entrate per i 4.500 posti da funzionario messi a bando questa estate hanno riportato, come si suol dire, la chiesa al centro del villaggio. Tradotto: il lavoro pubblico pare aver riconquistato il suo fascino dopo i concorsi flop degli ultimi mesi. Nella Pa sono previste, per via diretta o per concorso, quasi 70 mila assunzioni da qui alla fine dell’anno. Di queste, circa una su due riguarda il comparto scuola. Come ricordato dal ministro della Funzione pubblica, Paolo Zangrillo, in una recente intervista al Messaggero, «a giugno risultavano consuntivate nella Pubblica amministrazione 104 mila assunzioni delle 173 mila che rappresentano l’obiettivo del 2023». Nel complesso le assunzioni nelle pubbliche amministrazioni (ministeri, Comuni, Regioni) supereranno quest’anno la soglia delle 34 mila unità, assorbendo così il 20 per cento del totale delle assunzioni previste nel 2023.
Smart working, stop per 800mila dipendenti fragili (nel privato e nel pubblico) a fine settembre
Le assunzioni preventivate nel comparto Sicurezza per il 2023 ammontano invece a 28.484.
L’INTERROGATIVO
Per rispondere a questa domanda vale la pena dare uno sguardo al report che fotografa i candidati ai prossimi concorsi dell’Agenzia delle Entrate, tesi ad arruolare 3.970 funzionari tributari e 530 esperti di servizi di pubblicità immobiliare. Più della metà sono donne (il 63%) e uno su quattro lavora già per lo Stato. Ma il dato più interessante è quello relativo all’età dei candidati. Infatti, il 23% delle candidature proviene in questo caso da under 30, mentre il 38% da persone con un’età compresa tra i 30 e i 40 anni. Il problema è che l’Italia continua ad avere un numero totale di impiegati pubblici nettamente inferiore a quello dei principali Paesi europei, sia in proporzione alla popolazione (5,5 impiegati pubblici ogni 100 abitanti, mentre sono 6,1 in Germania, 8,1 nel Regno Unito, 8,3 in Francia), sia in proporzione agli occupati (14 impiegati pubblici ogni 100 occupati contro i 16,9 del Regno Unito, i 17,2 della Spagna e i 19,2 registrati in Francia). Poi c’è il problema dell’età avanzata. Da noi gli statali hanno in media più di 50 anni.
L’INTERVENTO
Al festival di Cernobbio il ministro Zangrillo ha ribadito che «la modernizzazione della Pubblica amministrazione è un passaggio importante perché rappresenta la condizione abilitante per la realizzazione di tutte le altre riforme e di tutti gli investimenti, anche di quelli del Piano nazionale di ripresa e resilienza». La Pubblica amministrazione, con circa 3,2 milioni di dipendenti, è la più grande “azienda” del Paese, ha ricordato il numero uno di Palazzo Vidoni rivolgendosi al pubblico di Villa d’Este. «Per ringiovanirla – ha detto il ministro – stiamo puntando a introdurre strumenti già in uso da molto tempo nelle organizzazioni private, come l’apprendistato per i giovani laureati e il contratto di formazione per gli studenti sotto i 24 anni».
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