Tra le misure della prossima manovra avanza l’ipotesi di uno scivolo pensionistico a 61 anni per le donne. Ma intanto l’ennesimo rialzo dei tassi di interesse deciso dalla Bce, il decimo consecutivo, ha complicato ancora di più il cammino del provvedimento. Ma andiamo con ordine. Tra le ipotesi per la legge di Bilancio trova sempre più conferme l’idea di introdurre l’Ape sociale agevolata per le donne. Ci sarebbe la possibilità di ricevere l’indennità di accompagnamento verso la pensione a partire dai 61/62 anni invece dei 63 previsti attualmente. Come per l’ultima formulazione di Opzione donna varrebbe per le donne con una situazione di disagio, per quelle che sono state licenziate, e per le lavoratrici con invalidità almeno al 74%. Rientrerebbero nella norma anche le “care giver” e quelle impegnate in lavori gravosi. La misura potrebbe essere alternativa a Opzione donna o essere introdotta in aggiunta a questa.
IL PASSAGGIO
La platea interessata sarebbe sostanzialmente la stessa, ma nel caso di “Ape Donna” non si sarebbe costrette ad optare per il metodo di calcolo completamente contributivo.
LA CURVA
La curva, insomma, va tenuta sotto controllo. «A me», ha spiegato Giorgetti, «non è che fa paura tanto la valutazione che fa la Commissione europea, a me fanno paura le valutazioni che fanno i mercati quando comprano il debito pubblico». Il ministro non ricorre a perifrasi: «Io tutte le mattine mi sveglio e ho un problema: vendo debito pubblico e devo essere così accattivante per convincere la gente ad avere fiducia». La conseguenza è che nella Nadef (che sarà approvata la settimana prossima) sarà necessario «mettere un numero che sia ragionevole, che dimostri la volontà del Paese di tornare a una politica fiscale prudente e che sia compatibile con il nostro livello di debito». Non è un mistero che Giorgetti vorrebbe tenere il deficit del prossimo anno sotto il 4%, lasciandolo salire solo di un paio di decimali rispetto al 3,7% indicato nel Def di aprile. Ma è altrettanto vero che le pressioni che arrivano dalla maggioranza di governo per inserire misure in manovra finanziate a deficit sono elevate. In realtà Giorgetti ha lanciato anche un altro allarme. Che il debito possa essere usato come un’arma geopolitica. «Il debito», ha spiegato, «può diventare anche un’arma, bisogna chiedersi chi ha in mano tutto questo debito pubblico in giro per il mondo, anche quello degli Stati Uniti». Ulteriore segnale che l’attenzione massima del Tesoro è a quanto accadrà nei prossimi mesi sul debito e sui mercati finanziari.
In questo quadro si inseriscono anche i negoziati per il nuovo Patto di Stabilità. Giorgetti ha ribadito le richieste dell’Italia di escludere dal conteggio gli investimenti a debito del Pnrr e quelli sulle spese della difesa.
IL QUADRO
«Per un paese come l’Italia che», ha ricordato Giorgetti, «ha 80 miliardi al minimo, purtroppo in continuo aumento, di superbonus da pagare sul debito nei prossimi 3-4 anni, e spese importantissime di investimento, finanziate con i prestiti del Next generation Eu, che vanno sul bilancio e sono spese a tutti gli effetti, è matematicamente impossibile rispettare quella regola che in qualche modo si vorrebbe introdurre» in Europa. Giorgetti poi, è intervenuto anche sul tema della tassa sugli extraprofitti per le banche. Il ministro dell’Economia ha ricordato agli «amici banchieri» quando durante il Covid lo Stato è intervenuto con miliardi di garanzie sui prestiti concessi dal sistema bancario. «Il sistema pubblico e privato», ha detto, «deve fare squadra perché lo Stato c’è nei momenti di crisi e il settore privato ci deve essere quando lo Stato ne ha bisogno».