Manovra, meno tasse sui premi di produttività

Manovra, meno tasse sui premi di produttività
di Michele Di Branco e Umberto Mancini
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Lunedì 12 Giugno 2017, 00:07 - Ultimo aggiornamento: 19:49

Un taglio ai contributi per favorire le assunzioni di under 35 e una nuova azione per ridurre il peso fiscale sui premi di produttività. Ecco la duplice mossa che ha in mente il governo impegnato a dare una ulteriore scossa al mercato del lavoro, soprattutto alla luce degli ultimi dati Istat che hanno confermato una ripresa del tasso di occupazione. Ripresa dalla quale, però, appaiono tagliati fuori i giovani. Nel dossier che sta mettendo a punto il tandem Palazzo Chigi-Tesoro un ruolo di primo piano verrà affidato ad operazioni utili per favorire la contrattazione di secondo livello. Un pallino anche del ministro dello Sviluppo Carlo Calenda che ha promesso un interento durante l’ultima assemblea di Confindustria.

IL PERCORSO
L’attuale disciplina generale fiscale dei premi di produttività per i lavoratori del settore privato prevede un’aliquota sostitutiva dell’Irpef pari al 10%. I bonus retributivi che possono essere ammessi al trattamento fiscale agevolato consistono nella parte variabile dello stipendio collegata ad incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione, misurabili e verificabili, nonché sulle somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa. Ebbene il governo punta a mettere sul piatto nuovi finanziamenti per estendere la platea dei beneficiari, considerato che attualmente l’area dei soggetti ammessi è costituito da lavoratori con reddito di 80 mila euro entro un massimale di 3 mila euro lordi. Il tetto di reddito dovrebbe essere rivisto in rialzo, ma non si esclude una riduzione dell’aliquota Irpef. In aggiunta a questa azione, il governo progetta un’altra misura. Vale a dire il potenziamento della decontribuzione dei premi di produttività nel caso di coinvolgimento paritetico dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro. La manovrina all’esame appena votata dalla Camera ed ora all’esame del Senato già prevede un abbattimento dell’aliquota contributiva del 20% su un massimo imponibile di 800 euro ed una decontribuzione totale in favore del lavoratore. L’idea che prende corpo è quella di irrobustire la portata dello sgravio. La decontribuzione dei premi di produttività e il taglio del cuneo fiscale per gli under 35 saranno l’asse portante (risorse necessarie: 3,5 miliardi di euro) di una manovra di Bilancio 2018 che conterrà anche la copertura per neutralizzare le clausole di salvaguardia e impedire, dal prossimo anno, l’aumento dell’Iva.

LO SLALOM
Il Tesoro, convinto che il ministro dell’Economia Padoan riuscirà ad incassare l’ok di Bruxelles sulla flessibilità richiesta dall’Italia alleggerendo così di 9 miliardi il peso della prossima manovra, ipotizza un intervento complessivo di circa 12 miliardi di euro. Il tutto potrebbe essere facilitato, spiegano fonti di Via XX Settembre, dal miglioramento del ciclo economico in considerazione del fatto che il Pil sembra crescere più velocemente di quanto indicato dal Def. Ad ogni modo, nel menù delle coperture sarà certamente inserito un potenziamento della fatturazione elettronica che sta offrendo un contributo importante alla lotta all’evasione fiscale.

Altre ipotesi in campo: tagli lineari ai ministeri e un intervento sulle tax expenditures. Nei mesi estivi, ad ogni modo, potrebbero viversi momenti delicati in quanto il ricorso ad elezioni in autunno, ipotesi però più improbabile rispetto alle settimane scorse, renderebbe più accidentato il percorso della legge di Bilancio.

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