Roma, Fabio il volontario diventato cantautore con un inno “contro l’abbandono” dedicato alla memoria di “Capoccione”

Su YouTube e Spotify, iTunes, Apple Music video e canzone "Gli amici che amo tanto" scritta e prodotto dal volontario del canile di Ponte Marconi che devolverà parte del ricavato alla Lega Nazionale per la Difesa del Cane di Ostia

Capoccione a cui è stata dedicata la canzone
di Raffaele Marra
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Mercoledì 14 Giugno 2023, 08:23 - Ultimo aggiornamento: 08:24

Fabio Romano Mazza da un pò di tempo non solo fa solo il volontario nel canile di Ponte Marconi ma grazie agli anni di conservatorio e al pianoforte ha voluto dedicare una canzone alla memoria del suo Capoccione, un pitbull adottato quasi cinque anni fa in canile e morto lo scorso anno. Un canzone (musica e testi scritti da lui) dedicata al suo Capoccione a cui ha dovuto dirgli addio a soli 8 anni e a tutti quei cani che ogni anni vengono abbandonati, per esortare i loro padroni almeno a portarli in canile un inno a non abbandonare gli amici pelosi. «Qualche anno fa, da uno dei canili di Roma, Muratella,  ho adottato un pitbull adulto di quattro anni. Era uno di quei cani che molto difficilmente vengono adottati a causa di alcune caratteristiche della razza, dell’età, la taglia e qualche atro problemino fisico. Era di una dolcezza infinita, molto socievole con le persone. Vivevamo in simbiosi - dice Fabio ancora commosso - Lo portavo con me dappertutto. Ovviamente lo osservavo soffermandomi su alcuni dettagli: i suoi piccoli riti, le sue abitudini, cosa gli piaceva annusare, quale lato del divano preferiva per il riposino pomeridiano. Soprattutto mi colpiva il suo sguardo. Era profondo, intenso, trasmetteva amore e gioia, A volte avevo l’impressione che, quando non si accorgeva di essere osservato, lasciasse trasparire un alone di tristezza, di malinconia. Chissà: forse erano dovuti ai ricordi del suo passato».

 

La canzone è dedicata a Capoccione, il cane adottato da Fabio nel 2018 e purtroppo volato in cielo per un brutto male a febbraio del 2022, ed a tutti i cani sfortunati finiti in canile che cercano una famiglia.

La canzone diventata anche un video (https:/youtu.be/NrbU6RXlrj8) “Gli amici che amo tanto" si può ascoltare su YouTube e Spotify che ha lanciato anche una raccolta fondi il cui ricavato verrà donato alla Lega Nazionale per la Difesa del Cane - sezione di Ostia della presidentessa Emanuele Bignami. «Faccio il volontario da meno di un anno soprattutto a Ponte Marconi e l’amore verso gli animali mi è stato trasmesso dalle mie due figlie gemelle Giulia e Martina - dice Fabio - l’amore per Capoccione è arrivato circa quattro anni prima, vedendo una sua foto su internet ed è stato amore a prima vista, sono dando al canile di Muratella e i suoi occhi mi hanno stregato». Le figlie gemelle di Fabio invece hanno adottato Jack quel meticcio simile ad un maltese che adesso ha 8 anni finito dentro il cassonetto con le zampe legate lo scorso anno all’Alessandrino (in via Aufidio Namusa), salvato per miracolo da una signora che stava portando a spasso la sera il proprio cane, quando sentì dei guaiti provenire da un cassonetto della spazzatura. A ricostruire la vicenda in quell'occasione fu proprio Emanuela Bignami, responsabile della sezione di Ostia della Lega nazionale in difesa del cane (Lndc). L’organizzazione, chiese anche di fare chiarezza alla Procura sull’accaduto per individuare i colpevoli. Il cane aveva le zampe posteriori legate a pesanti buste della spazzatura e non riusciva a liberarsene. Sono dovuti intervenire dei passanti, un regalo proprio nel giorno del suo compleanno. «Mi piacerebbe che questa canzone potesse essere utile a sensibilizzare più persone possibili su questo tema - ha concluso Fabio - Spero che in futuro ci siano meno abbandoni e più adozioni». La canzone di Fabio è diventato un inno a "Non abbandonare" e anche un cartone realizzato da Alessandro Bigardi, videomaker di Milano, che ha utilizzato delle clip video di “Capoccione” per realizzare il video musicale in stile cartone animato con un effetto acquarello molto particolare. «Io ho composto la musica, scritto il testo, arrangiato il brano e curato tutta la fase di registrazione - conclude Favbio - poi l’ha cantata Capo Horn artista che ha scelto uno pseudonimo perché desidera restare anonimo. 

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