Gabriele D'Annunzio torna a far parlare di sé: i Ris di cagliari sono riusciti a ricostruire il suo dna partendo dalle tracce biologiche risalenti al secolo scorso trovate su alcuni oggetti appartenuti al poeta.
«Nessuno - dice il presidente del Vittoriale, Giordano Bruno Guerri - vuole clonare D'Annunzio, ma nessuno può sapere quali saranno le evoluzioni della scienza e della società: è bene che quel dna sia stato rilevato».
Il lavoro dei Ris è iniziato con l'analisi delle tracce biologiche trovate su un fazzoletto bianco conservato nella cassetta di sicurezza dell'Archivio Generale insieme alle lettere che la Contessa Olga Levi Brunner scriveva a Gabriele D'Annunzio, suo amante, e su uno spazzolino da denti in avorio e setole naturali conservato alla Prioria, la casa-museo del poeta.
Le tracce sono state confrontate con il dna estratto dal tampone salivare di un discendente in linea maschile di Gabriele D'Annunzio, Federico D'Annunzio.
Dalle medesime tracce è stato estratto un profilo genotipico di sesso maschile completo di 16 marcatori del dna. Con la trasmissione del cromosoma Y pressoché invariato attraverso le generazioni, il confronto tra i reperti biologici analizzati e il tampone salivare del pronipote di D'Annunzio ha confermato l'appartenenza al poeta delle tracce rinvenute sul fazzoletto.
«A chi mi chiede se questa scoperta abbia una qualche utilità per il Vittoriale - sottolinea Giordano Bruno Guerri - rispondo che il nostro scopo statuario è conservare e valorizzare la figura e l'opera del poeta».