Renzi: «Dobbiamo difendere l'Europa dall'assalto di banche e tecnocrazia»

Il premier Matteo Renzi
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Sabato 5 Luglio 2014, 17:23 - Ultimo aggiornamento: 6 Luglio, 02:16

Se vogliamo costruire il futuro non possiamo esser schiacciati sul presente. Io sono considerato il rottamatore, che distrugge il passato. Non cos, per me la rottamazione non è cancellare il passato, passato è fondamentale. Poi c'era una questione legata a politici romani ma non lo ricordiamo qui...»: lo ha detto oggi il premier Matteo Renzi intervenendo al convengo "Regioni in Europa-Europa delle Regioni".

Renzi: i successi di altri non sono problemi. «Non possiamo pensare di uscire dalla crisi - ha detto Renzi - se continuiamo a guardare a chi ha risultati diversi da noi, sull'economia come sulla disoccupazione, come causa dei nostri problemi».

«L'Europa non può diventare la patria delle burocrazie e delle banche - ha detto Renzi - ma solo se mette in comune i valori e gli interessi dei cittadini. Non serve a niente condividere una moneta se non condividi un destino. Dobbiamo difendere l'Europa dall'assalto della tecnocrazia».

Il premier cita il "Napoleone di Notting Hill". «Consegnerò all'Europa il libretto di Chesterton "Napoleone a Notting Hill" se non mi buttano fuori prima.... E' un libro che racconta la storia di un sindaco pazzo di Notting Hill («sono sensibile al tema del sindaco pazzo» ha ironizzato Renzi), che non esiste come Comune perché è un quartiere di Londra. Lui definisce una terra spiritualmente viva anche se non ha confini spirituali, una comunità fatta di donne e uomini che quindi ha un'anima. Arrivando al paradosso di dire che anche un luogo insignificante è poetico se riflette l'identità che tiene insieme un popolo».

«L'Italia ha perso autorevolezza perdendo autostima». «C'è bisogno di una qualità che l'Italia ha perso: la fiducia in se stessi, abbiamo perso autorevolezza perchéabbiamo perso autostima - ha detto Renzi - Per anni l'Italia si è raccontata come un insieme di problemi ma l'Italia non è questo, ci sono valori educativi e culturali come la scommessa sul bello».

Renzi alla Lega: «L'identità non è il contrario di integrazione». «Dobbiamo vincere la resistenza che l'identità sia una parolaccia se è il contrario di integrazione - ha detto il premier - Il contrario di integrazione è disintegrazione e un atteggiamento vetero-leghista pensa di affermare l'identità facendo fuori gli altri».

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