Bce, l'attacco di Varoufakis: «Lo statuto è stato scritto dalla Bundesbank»

Bce, l'attacco di Varoufakis: «Lo statuto è stato scritto dalla Bundesbank»
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Sabato 14 Marzo 2015, 12:31 - Ultimo aggiornamento: 13:44

Il ministro greco delle Finanze Yanis Varoufakis non arretra e contesta l'assunto che il debito ellenico non possa essere ristrutturato a causa dello statuto della Bce.

«Mi dicono che la Bce non accetterà mai discussioni circa lo swap perché è scritto nello statuto. Mi dispiace, signore e signori, ma lo statuto è stato scritto dalla Bundesbank», ha detto Varoufakis in un giro di tavolo durante i lavori del workshop Ambrosetti.

«L'unico aspetto radicale è che non accettiamo la nozione che un programma fallito debba essere accettato e continuato semplicemente perchè le regole sono regole e non devono evolvere - ha argomentato Varoufakis -.

Le regole devono seguire gli interessi dell'Europa: non abbiamo mai avuto l'Efsf». «Mi dicono che la Bce non accetterà mai discussioni circa lo swap perchè è scritto nello statuto. Mi dispiace, signore e signori, ma lo statuto è stato scritto dalla Bundesbank. E non accetto che la Bundesbank, autrice dello statuto della Bce, abbia mai immaginato che Trichet avrebbe comprato titoli greci, quindi non vedo come lo statuto della Bce vieti qualsiasi tipo di ristrutturazione di quei titoli. Ma sto facendo digressioni, quindi mi fermo».

A margine del meeting di Cernobbio, il ministro delle Finanze greco ha sottolineato: «Non rinunciamo a nessuno degli impegni elettorali: abbiamo sempre detto che vanno realizzati nel tempo». E a chi gli chiedeva se sarà lui a guidare le trattative con l'Europa anche a livello tecnico, il ministro ha risposto che «io sono un politico» e che di fatto le trattative si svolgono livello politico.

Varoufakis, star del workshop Ambrosetti primaverile di Cernobbio, ha raccontato alla platea un aneddoto, con un imprenditore della Tessaglia come protagonista, per far capire la situazione in cui versa l'economia del suo Paese. «In Grecia - ha detto - abbiamo società che esportano, alcune molto valide. E non hanno accesso al credito, zero. Il circolo del credito si è spezzato».

«Lo Stato - ha continuato il ministro - non può permettersi di restituirgli l'Iva in tempo. Lasciatemi fare un esempio: c'è una fabbrica appena fuori Volos, con un eccezionale track record, dieci anni in utile, il 95% della merce viene esportata. Il proprietario è venuto a trovarmi, disperato, perché ha un libro ordini pieno, dall'estero, ma per importare materie prime ha bisogno di garanzie bancarie». «Le banche greche - ha proseguito Varoufakis - gli chiedono l'11% di commissione per dare quelle garanzie e, anche quando lo fanno, quelle garanzie non vengono accettate all'estero. Mi ha raccontato: "Sono andato a Francoforte a cercare un prestito. Mi hanno detto: 'Deve spostare la sede centrale in Germania se vuole ottenerlo'". Questo - ha concluso il ministro - non è il modo per gestire un'unione monetaria, signore e signori».

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